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Campagna elettorale: come cambia la proposta politica

4/01/2025 | Politica

di Alessandro Claudio Giordano

Anni fa le campagne elettorali si svolgevano all’insegna di slogan e manifesti che accompagnavano per settimane la quotidianità degli italiani sino alla vigilia delle elezioni. Per i militanti colla, secchielli, pennelli e carta rappresentavano il bagaglio della loro esperienza, utile in un futuro più o meno immediato como testimonianza alla causa.

Dicevamo carta, si …tanta carta da tappezzare la città, sistemata in modo più o meno approssimativo nel vano bagagli dell’auto del partito oppure prestata da un familiare.. Poi verso la mezzanotte del venerdì precedente l’appuntamento elettorale, la corsa, per controllare o coprire il manifesto avversario, ed a chiudere la pizzeria con le mani ancora sporche di colla, il fiato corto, con altri “più o meno amici”, a tirar mattino chiacchierando del cosa sarebbe accaduto se…Per gli elettori “ ai manifesti si aggiungevano i “santini”. Qualcuno poi approfittando del voto plurimo ne presentava uno plurimo ed altri correvano “da soli”.

Ciò che trasversalmente caratterizzava il momento elettorale di ciascuna formazione politica erano le assemblee. Oggi i tempi sono cambiati così come il modo di fare politica. Così anziché tirare in ballo la Spes, acronimo di Studi, Propaganda e Stampa, l’Ufficio che curava la campagna elettorale nella Democrazia Cristiana o gli uffici elettorali del PCI, abbiamo analizzato in che modo oggi i partiti si organizzano, come investono denaro in pubblicità elettorale e su quali sono state le svelte anche socials. Per avere un’approssimazione certa e dare omogeneità ai dati abbiamo preso in considerazione l’ultimo importante appuntamento elettorale, le europee, cercando di ridisegnare la geografia delle tendenze nel paese.

Così dati alla mano nell’ultima settimana prima del voto, ossia tra il 3 e il 9 giugno, Fratelli d’Italia è stato il partito che ha peso più di tutti sui social network, con una spesa pari a 60.700 euro, circa 9 mila euro al giorno. Questa spesa è stata sostenuta interamente dalla pagina ufficiale del partito, mentre l Fratelli d’Italia è ancora la formazione politica che ha investito di più in promozione su Facebook e Instagram nell’ultima settimana di campagna elettorale, sorpassando organizzazioni internazionali come Unicef (28 mila euro) e lo stesso Parlamento europeo (23 mila euro).
Secondo i dati di Meta, gli altri partiti giocano in un campionato a parte rispetto a Fratelli d’Italia, anche sommando le pagine dei partiti a quelle dei rispettivi leader. Nella settimana tra il 3 e il 9 giugno, il secondo posto spetta a Matteo Salvini (44.200 euro) e alla Lega (4.800 euro), che sommati arrivano a 49 mila euro di inserzioni, oltre 10 mila euro in meno rispetto al partito di Meloni. Il terzo posto spetta a Elly Schlein e al Partito Democratico, che in totale hanno investito 33.400 euro (15.500 per la pagina di Schlein e 17.900 per quella del partito).

Rimangono di poco fuori dal podio Italia Viva (9.500 euro) e Matteo Renzi (23.600 euro) con 33.100 euro, e Più Europa (9.800 euro) ed Emma Bonino (15.200 euro) con 25 mila euro. Nell’ultima settimana di campagna elettorale, Azione e il suo segretario Carlo Calenda avevano speso complessivamente 18.800 euro, mentre il Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte 16.500. Alleanza Verdi-Sinistra, l’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana, aveva investito circa 15 mila euro, mentre Forza Italia, con il segretario Antonio Tajani, è stato il partito che ha speso meno, circa 4 mila euro.
Ma perché questa nuova tendenza. Per il semplice fatto che la gente non affolla più le assemblee, complice anche il Covid e la tecnologia, si viaggia in rete , ci si riunisce in “stanze virtuali” e la comunicazione viene lasciata e mediata dai socials, un tempo era Facebook, a cui oggi si sono aggiunti X ed ancor più Instagram.

 

I social media offrono un’interazione diretta tra politici ed elettori. I cittadini possono commentare, condividere e mettere “mi piace” ai post, dando vita a discussioni e dibattiti online. Questa interazione in tempo reale consente ai personaggi della politica di comprendere meglio le preoccupazioni e i desideri degli elettori, offrendo loro l’opportunità di rispondere direttamente alle domande e alle critiche. Alcune piattaforme permettono anche di svolgere sondaggi o consultazioni online, coinvolgendo attivamente gli elettori nelle decisioni politiche.
E la politica si fa anche attraverso più o meno brevi podcast importanti perché danno immediatezza del pensiero anche attraverso lo storytelling, ossia l’arte del raccontare storie. Un tempo usato in ambito marketing già da molti anni e nell’ultimo periodo si è fatto strada anche nelle campagne elettorali dei politici prima nel mondo anglosassone ed americano, oggi nella vecchia Europa ed anche nel nostro paese. Cosa ha spinto i politici ad adottare proprio lo storytelling come comunicazione politica?
Perché raccontare e ascoltare storie è per noi umani un gesto naturale, i racconti stimolano emozioni che catturano la nostra attenzione. E qual è l’obiettivo principale?

Lo storytelling politico ha come proposito informare e coinvolgere attivamente il pubblico, in politica ha lo scopo di diffondere valori e promuovere idee attraverso storie. Con lo storytelling si vuole suscitare emozioni, creare empatia con le persone permettendo loro di identificarsi nei valori proposti dalla campagna elettorale.
Creare una narrazione più in sintonia possibile e far immedesimare il “target di riferimento” nella storia suscitando sentimenti ed emozioni è il motivo principale che ha spinto i politici ad adottare lo storytelling come comunicazione politica. E per un politico creare una narrazione ha un ruolo centrale, serve a cogliere l’attenzione degli elettori, a emozionarli, motivarli e a rendere loro partecipi della storia. Nella “narrazione politica” l’elettorato non ha più un ruolo passivo ma attivo.

in estrema sintesi potremmo dire che lo storytelling politico passa attraverso tre punti:
– l’inizio serve a immedesimarsi con il pubblico, a illustrare i problemi e le situazioni, definendo obiettivi e sfide;
– lo svolgimento introduce l’antagonista in questa caso l’avversario politico e si determina il conflitto;
– la conclusione è il momento in cui viene introdotta la chiamata all’azione che l’elettore deve intraprendere. In questa fase viene spiegato come potrà migliorare il suo stato attuale se adotterà e si farà guidare dalle idee di chi narra.

I detrattori di questo nuovo sistema lamentano il fatto che la gente ha dimenticato date, episodi o personaggi, ma la stessa nuova quotidianità ci ha cambiato e questo dobbiamo accettarlo. E prima lo accetteremo mutuando le nostre esigenze entrandone in sintonia, meno saranno i danni alle singole realtà politiche che devono cambiare. E con un atto di umiltà capire come il mondo cambia e come potersi adattare per rispondere ancora alle esigenze della gente. Lo scollamento tra politica e quotidianità passa anche attraverso l’ostinazione e l’incapacità di reinterpretare ruoli per nulla statici. Il tempo ci dirà, intanto sarebbe utile come già detto informarsi, dico a chi fa politica, trovando un compromesso che avvicini alla gente ed ai problemi della quotidianità.