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Intervista a Matteo Hallissey, segretario nazionale del Partito Radicale

6/06/2024 | Politica

di Alessandro Claudio Giordano

Matteo di origini bolognesi, ha vent’anni ed è il più giovane segretario di partito di sempre. Matteo Hallissey è stato eletto alcuni mesi fa alla guida del Partito Radicale dopo che a dicembre era stata rinviato il congresso per alcune irregolarità scoperte e denunciate tra le nuove iscrizioni. Così la politica radicale si è rinnovata ed ha eletto un gruppo di “giovanissimi” per i livelli della politica italiana: la presidente Patrizia De Grazia ha venticinque anni, il tesoriere Filippo Blengino che di anni ne ha ventitré. Con Matteo ho chiacchierato cercando di evidenziare con lui programmi, iniziative, criticità evidenziate in un dialogo in cui rassicurano le forti idealità recuperate dall’esperienza politica pannelliana e la forza di un’età che aiuta con l’entusiasmo a superare gli ostacoli.

D. – Alcuni mesi fa sei stato eletto segretario nazionale del partito. Quali sono le priorità nel contesto del partito in un momento tanto delicato con l’appuntamento elettorale per le Europee ormai alle porte?
R. – Le priorità sono quelle che portiamo avanti dalla nostra fondazione: difesa dei diritti umani e civili, contrasto a tutte le derive autoritarie, una totale riforma del sistema penale e penitenziario. Abbiamo da poco lanciato una raccolta firme per chiedere al Parlamento di approvare provvedimenti urgenti e concreti: amnistia e indulto al fine di ridurre la popolazione carceraria, riduzione dell’utilizzo dello strumento penale anche tramite la depenalizzazione di alcuni reati; eliminazione del carcere per i detenuti in attesa di giudizio che non siano realmente socialmente pericolosi e incremento delle pene alternative al carcere; abolizione degli istituti penali minorili. Con la nuova segreteria, inoltre, stiamo lavorando molto su due temi fondamentali: equità generazionale e concorrenza.
Siamo il paese dei monopoli e degli oligopoli, delle barriere all’entrata, delle regolazioni eccessive e delle pratiche anticoncorrenziali. Dai taxi, ai balneari, fino alle partecipate: siamo ostaggi delle lobby che, con la complicità della politica, da decenni bloccano il mercato. Chiediamo liberalizzazioni per sbloccare il mercato e misure concrete per le nuove generazioni. Nell’attesa di riforme, 350 mila under 30 hanno lasciato l’Italia negli ultimi 10 anni, una emorragia di capitale umano devastante che non possiamo permetterci.
D. – La tua è una segreteria che diremmo giovane. Lo spirito dell’impegno politico pannelliano è preservato e presente?
R. – Sono entrato in politica grazie alle battaglie di Pannella. La sua visione di futuro, il suo andare sempre in direzione ostinata e contraria, la sua voglia di sfidare il sistema, di lottare per l’uguaglianza e la giustizia, di promuovere la partecipazione democratica dei cittadini sono sempre dentro di noi. Ovviamente, il confronto è impietoso: tutti, in confronto a Pannella, siamo dei nani. Noi almeno abbiamo il privilegio di stare su spalle forti.

D. – Parlando di elezioni europee, può essere che qualcuno interpreti questo momento come un sondaggio di legislatura dimenticando l’importanza del disegno europeo?
R. – Purtroppo, da noi le elezioni europee sono da sempre un sondaggio di legislatura, delle coccole per l’ego di partiti che guardano alle elezioni europee come una sfida per consolidare la propria egemonia o per recuperare consenso. Noi siamo entrati con convinzione nella lista “Stati Uniti d’Europa” perché è l’unica risposta possibile all’ondata sovranista, l’unica in grado di rilanciare con forza la visione unitaria e federalista dell’UE, tracciando un percorso che vada verso una maggiore integrazione. Alle prossime elezioni europee si scontreranno due visioni diametralmente opposte: quella intergovernativa e quella federale. Siamo l’unica lista che mette al centro del dibattito non i soliti temi italiani ma le grandi sfide dell’Europa.
D. – Cosa resta dello spirito di Ventotene nella politica italiana?
R. – Il manifesto di Spinelli e Rossi rimane per noi una grande fonte d’ispirazione per la costruzione di un’Europa unita, democratica e pacifica. Siamo per un’Europa più integrata e solidale, con politiche di cooperazione internazionale a sostegno dei diritti umani.
D. – Il Partito Radicale si è spesso distinto per battaglie importanti interpretando il sentito comune. Oggi, ad esempio, l’IA e la parità di genere sono temi attuali ma poco conosciuti. Cosa è possibile fare per sensibilizzare su questi temi?
R. – Sono temi importantissimi. Mentre altre nazioni investono massicciamente in istruzione, tecnologia e sviluppo delle competenze, programmi di formazione innovativi e in start-up tecnologiche, intelligenza artificiale, big data e automazione, l’Italia rimane immobile.
Il mercato globale dell’intelligenza artificiale vale oltre 137 miliardi di dollari, con tassi di crescita fino al 2030 che sfiorano il 40%. Anche in questo settore, l’Italia arranca, posizionandosi dietro Germania, Regno Unito, Francia e Olanda.
Anche sulla parità di genere c’è un gran lavoro da fare: il tasso di occupazione femminile in Italia è ancora inferiore alla media europea, c’è ancora un divario retributivo assurdo, con le donne che guadagnano il 10% in meno degli uomini. Servono politiche intelligenti sulla conciliazione vita-lavoro, retribuzione e contrasto delle discriminazioni.
D. – È cambiata la comunicazione politica e l’utilizzo di mezzi non tradizionali come i social cambia le prospettive. Con quale impatto su elettorato e politica?
R. – Sembra un discorso ormai vecchio: da anni ormai i social sono entrati con prepotenza nella comunicazione politica. È imprescindibile per ogni partito la costruzione di una strategia social in grado di sensibilizzare l’elettorato. Quegli strumenti social possono però essere molto utili se usati a servizio delle iniziative politiche e per rilanciare, appunto, le azioni. Se diventono fini a se stessi, invece, rischiano di fare danni. Anche noi usiamo molto il digitale per rilanciare le nostre attività e raggiungere tanti utenti, tra cui moltissimi giovani.
D. – Tre interventi che ritieni fondamentali nel cammino della tua segreteria.
R. – Sicuramente il tema della concorrenza ci sta vedendo in prima fila, così come il tema del superamento del gap generazionale, ma anche la battaglia che continuiamo a portare avanti con rinnovata attenzione e energia per quanto riguarda il contrasto a tutti i regimi, tra cui quello del dittatore Vladimir Putin. Non a caso in questo momento la nostra presidente Patrizia de Grazia si trova proprio in Ucraina, invitata dal partito di Zelensky per elaborare dei gemellaggi tra città italiane e ucraine.

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