Dal XVI secolo in Europa emergono alcune opere che evocano temi prettamente fantascientifici. Ma è soltanto con il Somnium di Keplero (un astronomo!), con The Man in The Moon di F. Godwin, L’histoire comique contenant les états et empires de le lune di Savinien Cyrano de Bergerac, nelle Conversazioni sula pluralità dei mondi di Bovier de Fontanelle si comincia veramente parlare di temi che saranno poi propri della fantascienza. Il viaggio nello spazio ha un rilevante ruolo nel Micromega di Voltaire.
Ma è Mary Shelley a pubblicare il primo romanzo di fantascienza: Frankenstein o il moderno Prometeo.
Mary Shelley
In estrema sintesi un giovane capitano di nome Robert Walton scopre, intrappolata tra blocchi di ghiaccio al polo Nord, una creatura mostruosa. Il giorno dopo compare un forestiero che si presenta come il dottor Victor Frankenstein, scienziato di Ginevra, che gli racconta la sua storia. In particolare, Frankenstein, assimilate conoscenze mediche insperate, si reca di notte nei cimiteri, dove apre le tombe e studia la decomposizione e il percorso degenerativo dei cadaveri, acquisendo così la conoscenza che gli permetterà di generare la vita dalla morte, di produrre qualcosa di vivo da materia inanimata. In effetti Frankenstein realizza e riporta alla vita una creatura ma questa è deforme e sgraziata sicché il suo creatore lo abbandona.
Poco tempo dopo la creatura in segreto ritorna e uccide William, fratello minore di Victor, facendo ricadere i sospetti su Justine Moritz, governante della famiglia Frankenstein che, una volta rinchiusa in prigione, verrà condannata a morte perché giudicata colpevole dal tribunale.
Frankestein
Durante una breve vacanza in Savoia, il giovane scienziato incontra il mostro da lui creato, che gli confessa di aver ucciso William e gli racconta di averlo seguito grazie alle indicazioni del diario, imparando la lingua francese osservando di nascosto una famiglia che viveva nella zona in cui si era rifugiato, quella di un anziano uomo chiamato De Lacey. Questa famiglia si dedicava all’agricoltura e all’allevamento e il mostro li osservava e li aiutava in segreto di notte, quando, non visto, spalava la neve davanti alla loro casa e portava loro legna per l’inverno e ortaggi nei periodi di magra. Quando però aveva deciso di mostrarsi a loro, essi lo avevano scacciato violentemente, disgustati dal suo aspetto esteriore, dandosi immediatamente alla fuga. Il mostro chiede al suo creatore di realizzare un altro mostro come lui ma di genere femminile che possa fargli da compagna, con la promessa che i due si ritireranno insieme nelle terre sconosciute dell’America del Sud. In un primo momento Victor accetta, decidendo di recarsi in Gran Bretagna con lo scopo di sviluppare le proprie conoscenze, sempre insieme a Henry Clerval. La creatura, in segreto, continua a seguirlo. Ritiratosi su un’isola delle Orcadi, Victor inizia a creare un altro mostro, ma in seguito pensa che ciò potrebbe avere conseguenze tragiche (ad esempio potrebbe accadere che i due mostri, anziché andare d’accordo, arrivino a odiarsi e a creare caos) e distrugge il secondo mostro prima di dargli vita. Scoperto dal mostro, Frankenstein tenta la fuga ma, approdato in Irlanda a seguito di un burrascoso viaggio, viene arrestato con l’accusa dell’omicidio dell’amico Clerval, ucciso in realtà dal mostro. Dopo essere stato rilasciato grazie all’aiuto del magistrato locale, che lo ritiene innocente, Frankenstein torna in Svizzera accompagnato dal padre e decide di sposare la sua amata Elizabeth.
Il mostro però colpisce ancora, uccidendo Elizabeth proprio la notte delle nozze, come aveva preannunciato. La tragedia di Frankenstein non finisce: infatti il padre, dopo la notizia della morte della figlia adottiva Elizabeth, muore a causa di un colpo apoplettico. Victor decide quindi di vendicarsi del mostro, seguendolo in giro per il mondo, dalla Svizzera al Mediterraneo, dalle steppe russe fino al Polo nord, dove incontra l’equipaggio del capitano Robert Walton. Qui finisce il racconto di Frankenstein, che muore poco dopo.
Walton scrive un’altra lettera alla sorella, in cui le racconta della morte del nuovo amico, dicendo di essere molto triste per lui, e di come egli gli abbia chiesto di continuare la sua impresa di uccidere il mostro. Il “Demone” – come lo chiamava Frankenstein – è sopraggiunto nel frattempo, piegato e piangente sul corpo esanime del suo creatore: appena Walton lo accusa dell’assassinio di persone innocenti, il mostro (desideroso solo della morte) gli risponde che il suo odio e la sua malvagità sono state condizionate dal disprezzo e dalla rabbia che gli uomini, primo tra tutti il suo stesso creatore, gli hanno rivolto contro solo per le sue sembianze. Il mostro abbandona quindi la nave, decidendo di darsi la morte all’estremità del polo dandosi fuoco, in modo che nessuno possa capire dai suoi resti come creare un altro essere come lui.
Siamo ancora in un ambito più vicino al genere gotico o all’orrore che alla fantascienza, prova ne sia il fatto che storia e personaggi scaturiscono nella mente di Shelley dopo un incubo notturno. Il mostro di Frankenstein, visto con gli occhi di oggi, sarebbe però un cyborg.
Shelley visitò il castello di Frankenstein, luogo un tempo posseduto e abitato dall’alchimista Johann Konrad Dippel che riuscì a creare l’Olio di Dippel, un elisir di lunga vita ottenuto macerando ossa di morti con acido prussico.
Mary Shelley attinse ispirazione anche da altri testi come il Dottor Faust e Prometeo. In effetti Victor Frankestein è colui che vuole donare agli uomini la possibilità di sfuggire alla morte, e così come Prometeo plasmò gli esseri umani dalla creta, Victor Frankenstein plasmò la sua creatura assemblando cadaveri.
Cinema, televisione e teatro hanno attinto a piene mani dal romanzo di Mary Shelley, e lo stesso protagonista del Rocky Horror Picture Show, Frank-n-Furter deve più di qualcosa a Frankenstein visto che darà vita a Rocky, perfetta creatura sessuale.
Edgar Alan Poe
Nel racconto di Edgar Allan Poe L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall viene raccontata, con notevole realismo (beninteso per l’epoca), la storia di questo Hans Pfaal che raggiunge la Luna.
In un giorno non ben precisato, nella piazza della Borsa di Rotterdam, un singolare oggetto volante, dalla forma di uno strano pallone, attraversa il cielo della città. Da essa compare un bizzarro omino, che getta alla folla una lettera prima di fuggire. Apertala, i presenti scoprono che si tratta di una missiva di Hans Pfaall, un riparatore di soffietti scomparso misteriosamente cinque anni prima e ritenuto morto.
Pfaall nella lettera racconta di aver architettato un piano per liberarsi di tre suoi creditori, prendendo spunto da un trattato di astronomia. Grazie a una serie di prestiti, aveva infatti realizzato un enorme pallone aerostatico, a cui aveva attaccato una navicella dotata di vari strumenti di misurazione; quindi, terminati i lavori, aveva invitato i creditori ad aiutarlo nella partenza, senza però precisare che cosa stessero facendo: al termine delle operazioni, accesa una miccia, li fece saltare in aria, mentre fuggiva a bordo del pallone.
Deciso a evitare la pena che lo aspettava per il suo reato, e basandosi su alcuni calcoli da lui fatti, decise di raggiungere la luna: il resto del racconto narra quindi del viaggio di salita (durato diciannove giorni) e del suo approdo sul terreno del satellite, dove rimase per cinque anni. Alla fine della missiva Pfaall rivela che l’omino sul pallone comparso all’inizio del racconto è un abitante della luna, suo uomo di fiducia, e aggiunge di aver fatto importanti scoperte scientifiche che intende divulgare solo se verrà considerata decaduta la sua imputazione per omicidio. Tuttavia, la partenza dell’omino e i fatti narrati nello scritto generano molto clamore, e in molti finiscono per considerare tutta la storia una burla.
È da segnalare un adattamento a fumetti della storia di Edgar Allan Poe realizzata da Dino Battaglia per Il Giornalino dalla grande felicità espressiva e dai toni in qualche misura fiabeschi.
Frattanto anche in Italia succedono cose…