“Einstein credeva in Dio, non ne negava l’esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, lui alzò una mano, la frappose fra la lampada e il tavolo e mi disse: “Vedi? Quando la materia si manifesta, proietta un’ombra scura, perché è materia. Dio è puro spirito e dunque quando si materializza non può manifestarsi se non attraverso la luce. La luce non è altro se non l’ombra di Dio”. (Gustavo Adolfo Rol)
Gustavo Adolfo Rol è stata una delle figure più enigmatiche del ventesimo secolo. Ha alimentato una vera e propria leggenda legata alle sue sperimentazioni nel campo del paranormale. Una serie infinita di possibilità. Non poteri, non capacità. Solo “possibilità provenienti dallo spirito”. Così Gustavo era solito spiegare i fenomeni che accadevano per suo tramite. E la tipologia delle possibilità era davvero ampia. Rol si riteneva una persona normale tra le persone normali. Pensava anche che le possibilità dello spirito presto sarebbero state alla portata di tutti, perciò non c’era motivo di interessarsi troppo a lui o ai suoi quadri e agli esperimenti. Comprese che l’uomo può diventare la “porta” che mette in comunicazione il mondo della materia e dello spirito. Attraverso i suoi studi, i suoi talenti e la pratica aveva appreso come farsi porta ed espressione dello spirito nel mondo materiale. Per fare questo utilizzava sollecitare i tre canali percettivi più comunemente usati: visivo, uditivo e cinestesico per “accordare” il proprio corpo con la psiche in una precisa vibrazione. C’è una regola per Rol che allinea tre concetti importanti: il colore verde, la quinta nota musicale ed il calore cinestico. Il verde è il colore a metà dello spettro visivo percepibile dall’occhio umano. Qualsiasi corpo ha una sua vibrazione misurabile con le onde elettromagnetiche, quando un corpo è colpito dalla luce questa riflette la sua vibrazione (onde elettromagnetiche) generando il colore del corpo stesso. Immaginando il colore verde Gustavo Rol “caricava” la psiche della vibrazione generata dalle frequenze del colore verde che producendo un collegamento tra la materia e lo spirito.
Utilizzando lo schema dei chakra, il colore verde rappresenta proprio il chakra del cuore, il quale fa da ponte tra i tre chakra inferiori legati agli istinti e alla materia, e a quelli superiori legati allo spirito e ai piani sottili. partendo da una definizione acquisita da tutti ossia “L’intervallo di quinta giusta è l’intervallo esistente tra due note distanti tra loro sette semitoni, ovvero tre toni e un semitono. Per esempio, la quinta giusta del Do è il Sol.”
Detto questo Rol utilizzava l‘intervallo di quinta per richiamare in sé stesso quella precisa vibrazione, poiché due note suonate assieme a questa distanza nella scala musicale creano una consonanza perfetta. Attraverso l’udito e l’immaginazione Rol riusciva ad accordare la psiche e il corpo nella stessa vibrazione emanata dall’equilibrio delle note riprodotte da uno strumento. e vibrazioni prodotte dall’immaginazione del colore verde e dall’intervallo di quinta portano a sviluppare un calore sul corpo prodotto dalla psiche. E’ il calore, generato dall’effetto “diapason” della psiche sul corpo, che “accordati” perfettamente a metà tra la materia e lo spirito creano una porta comunicante tra di essi. in più di un’occasione Rol aveva cercato di spiegare l’attinenza del color verde.
“Nel 1927 ero a Parigi. Da due anni mi lambiccavo su un quesito: perché non riesco a conoscere il colore di una carta coperta, se è rossa o nera? Perché non posso organizzar il mio cervello in modo da poter stabilire qual è il colore della carta coperta? Allora, mi appoggiavo al colore verde. Perché avevo notato in un arcobaleno a Marsiglia, dove lavoravo, che il colore verde è il colore centrale dell’arcobaleno. Infatti la sequenza è: rosa, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Allo stesso modo, fra i nove numeri, io ho scelto il cinque, perché è preceduto e seguito da quattro numeri. Quindi ha una posizione centrale. In medio stat virtus, è vero? Allora un giorno riuscii a scoprire in sequenza dieci carte rosse e dieci carte nere. Più avanti riuscii a scoprirne quindici, ed infine riuscii a conoscere qual era l’esatto colore di tutte le cinquantadue carte.”
Rol visualizzando il colore verde, percepiva questa vibrazione che in un certo senso lo faceva sentire onnipotente. Il colore verde è il colore della guarigione, il colore della pace e della tranquillità proprio come la natura del nostro pianeta. L’essere umano percepisce i differenti tipi di colore perché il senso della vista è in grado di leggere le diverse vibrazioni emesse dai corpi che attraversano la luce. Se le possibilità, o meglio se i poteri psichici, sono state ampiamente documentate e testimoniate, chi era l’uomo?
il verde di Rol
Nato a Torino da famiglia borghese il 20 giugno 1901, era stato un bambino sensibile e un po’ introverso. Dal padre aveva ereditato il buon gusto per l’arte, la pittura e la passione per l’antiquariato. Attività artistiche che, per volontà della famiglia, aveva dovuto inizialmente mettere da parte in favore di uno sbocco professionale più consono. ella prima parte della sua vita Rol si confronta con ogni tipo di difficoltà. Pressioni familiari che lo avevano portato a girare per l’Europa, problemi di salute, amori e solitudine, crisi esistenziali. Rol non era soltanto un elegante, colto, educatissimo gentiluomo torinese. Era un uomo buono, generoso, disinteressato. Neanche tra i detrattori più accaniti qualcuno ha mai potuto accusarlo di aver tratto profitto economico dai suoi “numeri”, se tali erano. Più che prendere, ha spesso dato ai bisognosi che assisteva. Così per quanto inverosimile ecco due delle tante testimonianze legate agli esperimenti che Rol faceva: “Mi trovavo sul balcone con un fabbro che stava eseguendo dei lavori con in mano una mazzetta. In quel momento arrivò il dottore. Scherzando dissi al fabbro: “Lo sa che il dottore potrebbe far passare la cassetta dei ferri attraverso la parete?” Il fabbro sorrise incuriosito e incredulo. Allora Rol si fece dare la mazzetta e fece il gesto di gettarla contro il muro. La mazzetta scomparve, ci recammo nell’ingresso, era finita sulla poltrona vicino alla statua di Napoleone: era passata attraverso tre pareti“.
il salotto di casa Rol
Ed ancora “Una sera, dovetti aiutare il dottore a portare un quadro sulla macchina di una signora che era venuta a trovarlo e che voleva poi dargli un passaggio. Li accompagnai alla Topolino della signora, che era posteggiata sul corso. La signora era imbarazzata e gli disse: “Mi dispiace, la mia macchina è troppo piccola, può andar bene per il professor Valletta, lei non riesce ad entrare”. “Non si preoccupi signora”, le rispose il dottor Rol, “si risolverà tutto”. All’improvviso diventò piccolo e minuto, e poté sedersi in macchina con disinvoltura. Ero allibito, le gambe mi tremavano“. Testimone: Arturo Bergandi (uomo di fiducia in casa Rol). Una sera in casa di amici, quando io gli ho chiesto: “Ma tu come fai a fare le diagnosi in un modo così brillante e veloce? Noi per fare una diagnosi del genere dobbiamo fare delle ricerche, ci mettiamo del tempo”. E allora lui m’ha detto: “Guarda, guarda quella persona lì, quella signora seduta sul sofà. Guarda cosa emana dalla sua persona”. E io, l’unica volta nella mia vita, ho visto emanare da questa persona come dei raggi, di colori diversi. Lui mi spiegava che a ogni colore corrisponde un apparato, polmoni, apparato digerente, fegato, cuore. E siccome c’erano due colori che non erano brillanti, ma che erano piuttosto opachi e non lampeggiavano bene come gli altri, lui mi fa: “Vedi? Questa signora soffre di cuore e di fegato”.
Testimone: Prof. Luigi Giordano (Medico Chirurgo). Un altro esperimento è quello della “pittura diretta”. Rol è un pittore oltre ad essere laureato in biologia medica (Parigi) in legge (Torino) ed in Economia e Commercio (Londra). Sembra che ripetutamente abbia fatto comparire su una tela una pittura senza il suo diretto intervento. I testimoni dicono che hanno sentito muovere i pennelli senza che alcuno li toccasse. Ma poi i fenomeni riferiti sono tanto vari e complessi da assommare in sé ogni tipo di fenomeno psi: dall’immobilizzazione e morte di un calabrone nell’aria, alla predeterminazione della caduta dei dadi giocati da ignoti e inconsapevoli giocatori, alla compenetrazione della materia (apporti ed esporti), ai viaggi nel futuro e nel passato. Si racconta che Pitigrilli, scrittore e probabilmente all’epoca già collaboratore dell’OVRA (opera vigilanza repressione antifascismo), scrisse una lettera a Rol in cui gli comunicava “Gustavo, si parla in altissimo luogo di te” e poco dopo seguì una convocazione ufficiale a Villa Torlonia. Quando fu al suo cospetto, Benito Mussolini chiese, senza troppi preamboli: “Mi dicono che Voi fate delle previsioni. Come va la guerra? Parlate pure liberamente”. Rol, agitato, iniziò a prendere tempo. “Vi ho chiesto di riferirmi quello che andate dicendo ad altri. Parlate liberamente. Vi garantisco che non Vi sarà fatto alcun male”, incalzò Mussolini. Allora Rol infine rispose: “Duce, per me la guerra è perduta”. “E il Duce?”, chiese ancora Mussolini. “Gli italiani lo allontaneranno nella primavera del 1945”. A questo punto, Mussolini batté un violento pugno sul tavolo e si alzò in piedi: “Vedremo! Ora vada”, e lo congedò. Rol fece il saluto romano e uscì. Al colonnello e ai suoi ufficiali che attendevano il suo ritorno confidò preoccupato la data esatta della morte del Dittatore: 28 aprile 1945. Dopo questo incontro, Mussolini salvò la vita di Rol per tre volte, poiché Hitler, ossessionato dall’occulto, aveva deciso di prendere al suo fianco il sensitivo a tutti i costi, e per tre volte erano giunti comandi nazisti per portarlo in Germania.
Ma Rol non avrebbe mai collaborato con il Führer e il Duce, in tutte e tre le occasioni, lo fece contattare consigliandogli di trovare un riparo sicuro sulle montagne. Nonostante questo avvertimento, nel 1943, rifugiatosi a San Secondo di Pinerolo, Rol salvò molti prigionieri, coinvolgendo gli ufficiali tedeschi in esperimenti come quello di rivelare particolari della loro vita o il contenuto di lettere delle loro mogli ancora sigillate. Nel 1978 il quotidiano torinese La Stampa (13 agosto) pubblicò addirittura un vero e proprio appello del giurista e storico Carlo Arturo Jemolo, indirizzato a Rol, perchè acconsentisse a lasciarsi studiare. “Se osassi fare una preghiera al Dottor Rol scriveva uomo universalmente stimato che sfrutta le sue capacità solo per il bene degli altri, la preghiera sarebbe questa: ci aiuti a convincere gli scettici che molte volte poi sono i più infelici”.
Chi erano gli amici di Rol. O meglio coloro che negli anni visitarono la sua casa e parteciparono negli anni alle sue sedute: Federico Fellini, Cesare Romiti, Gianni Agnelli, Roberto Gervaso, Dino Buzzati, Vittorio Messori, Charles de Gaulle e parrebbe addirittura J.F. Kennedy. Rol ha avuto molti estimatori ma anche alcuni detrattori come Tullio Regge (fisico, candidato al premio Nobel) e Piero Angela. In questi giorni ho incontrato un’amica, Giovanna Demeglio, che ha conosciuto e frequentato per molti anni Rol. Con lei abbiamo mi ha raccontato “Sono la quarta di sei fratelli, mio padre era un esperto orologiaio che ha curato un’attività che l’ha portato. Io mio sono avvicinata all’antiquariato per passione. Ricordo ancora quando piccolina, mi rifugiavo in una stanza nella casa di mia nonna dove frugavo ed ammiravo i pezzi che c’erano lì. Lì c’era una valigia che mi incuriosiva dove c’erano tanti ninnoli. poi Parigi dove mi recavo alla ricerca di pezzi che mi incuriosivano.
Nel 1975 la passione mi ha portato ad aprire in via Goito “Il cassetto della nonna, una sorta di negozio delle meraviglie. Nei giorni dell’inaugurazione venne un signore distinto, alto che io non conoscevo. Si aggirava tra le vetrine del negozio. Con me c’era Simonetta Conti che mi avvicinò dicendomi “sai chi è?” “Ed io, no”, “E Gustavo Rol. mi disse.” Qualche giorno dopo trovato il numero sulla guida telefonica, presi coraggio e lo chiamai. Con mia sorpresa al mio “Scusi non mi mandi via”. E lui “non solo non la mando via, ma le garantisco che saremo amici per tutta la vita.” Da quel giorno per ventisei anni ho visto Rol tutti i sabati nel mio negozio”. E’ stato un grande amico, una persona che ha segnato la mia vita e quella della mia famiglia. Mia figlia Simona è pittrice e penso che anche questo Rol potesse immaginarlo o saperlo.
Giovanna Demeglio
L’uomo Rol, la sua infinita bontà di cuore, il suo mai sottrarsi al prossimo e la sua umiltà. Ecco queste erano le sue caratteristiche”.
Nel negozio di Giovanna, che oggi non è più in via Goito ma in Corso Regina Margherita sono conservati un numero di incredibile di oggetti, rari e preziosi. Sistemati su scaffali, tavoli, tavolini e in alcune nicchie delle pareti, Il negozio, molto amato e frequentato, come detto in precedenza da Rol, può essere considerato una via di mezzo fra un mondo incantato, capace di affascinare grandi e piccini, ed una Brocanterie di altissimo livello, in cui si sono affacciati intellettuali, industriali e collezionisti. Merito di una donna, la Demeglio che ha saputo ben conciliare passione e competenza. Rol invece pervade ancora gli ambienti torinesi avvicinando scettici ed amici delle sue teorie in un connubio paradossale che sa di contraddizione, ma che è anche il sale di una città ancora affascinata dal fantastico ed il mistero.