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Pippo non lo sa

3/01/2025 | Cantami una canzone '30

di Alessandro Claudio Giordano

Ma Pippo, Pippo non lo sa/che quando passa ride tutta la città

e le sartine,/dalle vetrine,/gli fan mille mossettine.

Ma lui con grande serietà/saluta tutti, fa un inchino e se ne va,

si crede bello/come un Apollo/ e saltella come un pollo.

Durante la seconda guerra mondiale, e gli anni immediatamente precedenti la censura non smontava mai di guardia e, spesso, da supposizioni più o meno immaginate censurava. Così Se Maramao, perché sei morto? Sembrava prendere in giro il gerarca Costanzo Ciano appena morto, e Crapa pelada pareva prendersi gioco niente meno che del duce, con “Pippo non lo sa” si prendeva di mira Achille Starace capo di stato maggiore della milizia, che era solito sfilare mostrando orgogliosamente la sua divisa nera, altri, più benevoli, pensarono a un semplice sciocco del villaggio, ispirato magari dall’omonimo amico di Topolino, le cui avventure circolavano già da qualche anno in Italia. In buona sostanza per anni chi fosse il povero Pippo, non l’ha mai capito bene nessuno.

Però nel 1962 uno degli autori della canzone, Gorni Kramer raccontò: “Era il 1939, ero a Viareggio, dove mi esibivo al Kursaal. Ma capivo di non ingranare. I giovani volevano jazz e motivi americani, ma con l’aria che tirava, non sempre li si poteva accontentare. Una sera incontrai il Maestro Pippo Barzizza e mi sfogai con lui. ‘Infine, che cosa vuole tutta questa gente? Io cerco di accontentare gli americanofili e gli autarchici, i seguaci dello swing e i patiti dei vecchi valzer paesani. Niente da fare. Che cosa non va?’ Pippo si strinse nelle spalle. ‘E chi lo sa? Io non lo so ma nemmeno voglio saperlo’. E mi piantò iripetermi. Le parole, divenute quasi ossessive, si trasformavano in musica. Buttai giù le prime note, poi preso da una specie di smania e lì per lì con i miei colleghi orchestrammo il motivo.”

A divi dell’epoca come Natalineo Otto, Alberto Rabagliati e lo stesso Trio Lescano, che cantavano il brano, si concedeva qualche influenza americana, Sia Mussolini che Galeazzo Ciano erano grandi ammiratori delle tre sorelle olandesi. Addirittura vennero invitate dal Duce a Palazzo Venezia per conoscerle, anche poi non le risparmiò il carcere nel 1943, per le origini ebraiche e per sospetto di spionaggio musicale. La canzone di Mario Panzeri, Gorni Kramer e Nino Rastelli si è dimostrata irresistibile per due generazioni di italiani: quella che ne decretò il successo nel 1940, grazie all’interpretazione di Silvana Fioresi e del Trio Lescano, e quella che nel 1967 tornò nelle prime posizioni della hit-parade grazie a Rita Pavone. Infatti trent’anni dopo la prima incisione, la cantante andò al sesto posto in classifica proponendo “Pippo non lo sa” nella trasmissione per ragazzi “Chissà chi lo sa”. La sua versione manteneva le cadenze del charleston, ma introduceva un banjo in stile dixieland e un trombone che accentuava le caratteristiche di “marcetta”, Così fu il bis. Una canzone di grande successo. Le parole, ripetute in forma ossessiva coordinate ad una musica brillante regalarono una pietra miliare alla canzone italiana.

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