Nei suoi occhi c’è la vita, c’è l’amore/Nel suo corpo c’è la febbre del dolor
Sta seguendo una luce che cammina/Lentamente tanta gente s’avvicina
Jesahel, Jesahel, Jesahel, Jesahel
“Jesahel” era un’ode di liberazione, diremmo, dalla quotidiana prigionia di un’epoca, fine anni sessanta ed inizio anni settanta in cui poco era concesso guerra alla fantasia ed in parte ad una libertà di opinione. Il ritornello era in lingua aramaica e significava “luce che viene da occidente” (la pronuncia esatta è Iish-a’el). Ivano Fossati, uno degli autori, lavorò il pezzo su un giro di Sol, non a caso un accordo che suona gioioso e vibrante quanto il significativo verso: “mille volti come sabbia nel deserto/mille voci come onde in mare aperto/terza strada sta sfiorando i grattacieli/quinta strada sta voltando verso il sole”. Chi erano i Delirium? Un gruppo (all’epoca si diceva complesso) nato a Genova nel 1970, composto da un quintetto (Mimmo Di Martino alla chitarra acustica, Ettore Vigo alle tastiere, Marcello Reale al basso, Peppino Di Santo alla batteria e, su tutti, Ivano Fossati voce e flautista. Jeshael nacque dalla collaborazione di Oscar Prudente e Ivano Fossati. Il primo poco più che diciottenne diciotto anni ed il secondo con qualcuno in più. Spuntarono le chitarre ed Oscar iniziò a suonare quel brano pregando Ivano di imbastire qualche parola. Fu quasi un gioco anche perché entrambi sapevano che quel brano non sarebbe mai uscito da quella stanza. Due anni dopo per una strana coincidenza quello spartito che giaceva in un cassetto uscì fuori. Piacque alla casa discografica e diventò un successo. Venne presentato a Sanremo.
Ivano Fossati
Ed al festival si piazzò in sesta posizione e si aggiudicò il premio della critica. Il sesto posto fu un ottimo risultato visto che i Delirium si piazzarono in classifica generale davanti a due pezzi che hanno fatto la storia della musica italiana come “Montagne verdi” di Marcella Bella e “Piazza Grande” di Lucio Dalla. La vittoria andò alla canzone I giorni dell’arcobaleno di Nicola Di Bari, dopo la vittoria dell’anno precedente con il brano Il cuore è uno zingaro in abbinamento con Nada. Al secondo posto si classificò Peppino Gagliardi con il brano Come le viole e al terzo Nada con il brano Il re di denari. Nella classifica generale dei dischi più venduti del 1972 raggiunse la decima posizione superato da mostri sacri come Il Padrino di Santo and Johnny; Grande grande grande di Mina; Imagine di John Lennon; I Giardini di marzo di Lucio Battisti; Viaggio di un poeta dei Dik Dik; Il Gabbiano infelice del Guardiano del Faro; La Canzone del sole di Lucio Battisti; Popcorn della Strana Società e Noi due nel mondo e nell’anima dei Pooh.Anni dopo ricordava Ivano Fossati: ”Ho scritto un testo che non si basava su nessuna tecnica perché non ce l’avevo allora la tecnica, non avevo nessuna esperienza. Lì, nel momento in cui affioravano le parole, accadeva tutto quasi per gioco, anche perché sapevamo, credevamo anzi, che non ci sarebbe mai stato un utilizzo. Era un po’ come se fossimo stati due che facevano un altro mestiere, che una sera si divertono a scrivere una canzone per farne nulla se non un gioco. Ecco, era così. Noi non pensavamo in nessun modo che quel lavoro potesse avere un senso e fu un caso che, due anni dopo, approdato ai Delirium, mi ricordassi di avere in fondo al classico cassetto quella canzone. Fummo spinti a pubblicarla perché piacque molto all’interno della casa discografica, e da buoni mestieranti non si sbagliavano. Anche il seguito fu tutto abbastanza casuale. Jesahel ha venduto più di un milione di copie in Italia nella nostra versione, oltre a tutte quelle che ne fecero un successo editoriale enorme..”