La verità mi fa male, lo so/La verità mi fa male, lo sai
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu(La verità ti fa male, lo so)
Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più (La verità ti fa male, lo so)
Dovresti pensare a me/E stare più attento a te
C’è già tanta gente che/Ce l’ha su con me, chi lo sa perché?
“Nessuno mi può giudicare” era inizialmente destinato ad Adriano Celentano, che ne incise una versione in un provino per poi abbandonarlo, quindi fu affidato dagli autori Pace e Panzeri ad una ancora poco conosciuta Caterina Caselli, che fino ad allora poteva vantare solo una presenza senza particolare risonanza al Cantagiro dell’anno precedente. L’obiettivo era Sanremo, non la vittoria, ma una presenza con un buon esito. Ed invece fu un successo travolgente e Caterina Caselli si rivelò il personaggio giusto, con la canzone giusta, al momento giusto. Il brano conquistò il secondo posto nella classifica finale. A dirla tutta l’esibizione scosse il Festival abituato a registrare la presenza della vecchia scuola musicale italiana.
Quell’anno invece quasi con prepotenza alzava la mano una nuova generazione, che a ritmo di shake lanciava uno slogan senza compromessi: ‘Nessuno mi può giudicare’. “Il titolo della canzone fu molto importante ed azzeccato e si portava dietro un messaggio forte, per l’epoca, perché era cantato da una donna. Per far fronte a questa sorpresa l’interpretazione del partner maschile della Caselli, la star americana Gene Pitney, venne oscurata ed il Festival vinto da ‘Dio come ti amo’, cantata da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti. Questo non fermò il successo della canzone che andò ben oltre il Festival dimostrando che spesso i brani sono vincenti indipendentemente dall’esito della rassegna sanremese. Nessuno mi può giudicare’ rimane ancor oggi il maggiore exploit di Caterina Caselli, e se da un lato si é posto come manifesto suo e dei suoi coetanei, dall’altro il suo clamoroso successo ha segnato in modo molto marcato il suo percorso di cantante, rendendo difficili successive evoluzioni.
Quella canzone rese alla Caselli anche un film che portava lo stesso titolo del brano che venne girato di notte, tra continui andirivieni in macchina lungo tutta la penisola.
In quell’anno subito dopo il Festival, il 5 febbraio il brano entrò settimo in classifica. In vetta c’era la canzone vincitrice, ‘Dio come ti amo’, nella versione di Domenico Modugno. Ma il 12 febbraio, ‘Nessuno mi può giudicare’ volò al n.1. restandoci fino al 30 aprile, negando costantemente il primo posto al ‘Ragazzo della via Gluck’, la canzone per la quale Celentano l’aveva scartata, firmata dai medesimi Beretta e Del Prete, perdendo il primato solo la prima settimana di maggio, superata da ‘Michelle’ dei Beatles.
“Il secondo posto a Sanremo mi faceva piacere, ma già il giorno dopo la finale pensavo a riprendere la vita di prima. In ogni caso, in settimana capitai in un negozio di dischi, e provai a vedere se c’era il mio disco. Ma non lo trovai. Allora andai in un altro. E poi in un altro. Ma non trovavo mai ‘Nessuno mi può giudicare’. Telefonai alla CGD, chiedendo come mai a Modena i miei dischi non fossero arrivati. Mi risposero: ‘Signorina, sono andati esauriti in tutta Italia. Stiamo stampando i suoi dischi anche di notte’. Non riuscivo a immaginare una faccenda del genere. Mi ci volle molto tempo per farmene una ragione”.(Caterina Caselli)