Avrei voluto incontrare Don Franco. Purtroppo per imprevisti legati alla quotidianità ho dovuto ripiegare su un’intervista telefonica che ha trasformato in canovaccio l’elenco di domande preparate e trasformato in silenzioso ascolto la mia curiosità nel seguire le ragioni di scelte anche coraggiose misurate con parole piene di emozione e passione dal mio intervistato.
Don Franco Barbero é presbitero della comunità cristiana di base di Pinerolo, studioso ed esperto di cristologia e del dialogo tra le religioni, un prete anomalo, qualcuno ha detto eretico. Io non credo difficile da capire se se se segue la logica con cui espone le sue tesi e le sue ragioni.
D. – A quando risale l’apertura del confronto tra Lei ed il Vaticano?
R. – Quando il Vaticano nel ‘71 prese la decisione di togliermi dal ministero, io con grande serenità replicai “…non mi togliete dal Vangelo sono prete sarò prete fino alla fine della vita ed ho detto “…guardi Santo Padre ho letto il suo documento in latino e nella traduzione italiana, poi ho preso quella carta lì l’ho messa da parte perché per me ciò che conta non siete voi e continuerò a lavorare con la mia gente. Oggi sulla soglia ormai degli ottantasei anni non ho cambiato le mie abitudini continuo a vedere, donare una parola di speranza oppure aiutare tutti coloro che bussano, siano lesbiche, omosessuali, transessuali, carcerati e non. Purtroppo le forze sono diminuite ma le metto tutte e lavoro molto studio molto leggo moltissimo e il mio blog lo documenta…
D. – Quanti matrimoni ha celebrato? E cosa l’ha spinta a farlo?
R. – Ho sposato tante persone, credo trecento settantaquattro, e di tutti i generi: certamente coppie eterosessuali, ma la metà omosessuali, lesbiche e transessuali. E’ chiaro che questo già nel ‘71 mi abbia provocato il primo processo Vaticano. Ero davvero giovane allora. Ricordo ero in Olanda per studi teologici e poi i periodi in Francia, Belgio e Giappone. Ho studiato molto. L’ebraico ed il greco erano davvero il mio impegno; ma il mio pane quotidiano erano i poveri, quelli che la Chiesa aveva messo da parte. Ieri sera ad esempio ho vissuto una serata speciale. Passo le giornate in ascolto e in genere non vengono da me i notabili vengono da me quelli che hanno bucato una ruota, chi è stato in prigione. Sono andato a trovare una donna che avevamo raccolto per strada mia moglie ed io e poi l’avevamo ospitata a casa nostra. Non mi ha mai dimenticato. E ieri sera a casa sua l’ho incontrata con i due suoi figli ed il con i suoi due figli e il marito che ora la ha accetta.
D. – Ha avuto momenti di confronto con la Chiesa?
R. – Le racconto…io ero il nono figlio di casa mia. E la mia era una famiglia talmente povera da costringere la mia mamma ad abortire per miseria. Erano gli anni ’63 o ’64, ed io avevo messa in cattedrale. Mi ero accorto che mia mamma da tempo non veniva più alla Comunione e allora, presi coraggio, e chiesi a mia sorella più grande Adelaide “..perché mamma non viene più alla Comunione ?” , stupito sapendo quanto lei desiderasse tanto farlo. Lei si vergognava dopo aver abortito e scontava il peccato in silenzio. Cosi parlai alla mamma e le dissi “…mamma non hai peccato. Ciò che è stato fatto è perché l’organismo non poteva più sopportare altro e quindi di peccato non c’è nemmeno l’ombra”. Tre settimane più tardi rividi mia madre alla Comunione e mi disse “…Franco ho capito davvero che tu insegni il Vangelo e non ti reggi sulle regole..” Ma cosa sanno sti preti della vita. Avvicinai anche quel prete che in confessionale parlò a mia mamma dicendole “perché ha abortito avrà le pene dell’inferno”., Lo chiamai per nome e gli dissi “ Lei è un somaro di teologia e non conosce l’antropologia. Ed ancor più grave non sa cos’è una donna se e neppure la vita di ogni giorno”. Questo non aveva capito nulla di che cos’è il vissuto profondo e sofferto di una donna che è portata all’aborto necessario da situazioni che sono umanamente insostenibili.
D. – Dove la Chiesa ha mancato sul suo cammino?
R.- Sono stati commessi degli errori storici lungo il percorso dii sviluppo del cristianesimo. Il concilio di Nicea ad esempio, il compromesso con Costantino che non era battezzato ed affatto un cristiano però sosteneva la chiesa e diceva “questi” sostengono l’impero e quindi devono essere amici, ed io in qualche modo sarò cristiano…” E con quel Concilio Gesù divenne Dio ed a Ario che ne negava la natura divina entrando in conflitto con il suo vescovo nel 319 e subì la condanna all’esilio nel 325. Con i concili abbiamo inventato l’inferno il purgatorio, abbiamo dogmatizzato il battesimo. Così che da allora il bambino nasce nel peccato.
D. – La figura di Maria è da rivisitare?
R.- Maria che era una donna che ,così dice il Vangelo di Marco aveva sei figli tra questi uno Gesù, Ma era una donna del popolo, una donna di grande fede. Andò a cercare il figlio e gli disse “…figlio mio guarda che ti metterei guai e ti andrà male..” E questo lo fece come madre ma perché accettò quanto il figlio le disse “…questa è la mia vocazione la sento mia” E Maria mise nel cuore quel messaggio, ed al Cenacolo, dopo la Resurrezione di Gesù, Maria era là con i discepoli per seguire l’insegnamento di Gesù e la sua fede. E di quella Maria legata alla fede, ne hanno fabbricata una di gesso: la Madonna dei pellegrinaggi, che si è manifestata a Lourdes, a Fatima o Medjougorie. Ed io da Medjougorie ebbi un messaggio “mi mandarono a dire che sarei morto in quattordici giorni se non ritornavo al Rosario. Il giorno “dell’appuntamento” dissi “..anch’io ho da darvi un messaggio “ vi consiglio uno psicologo un teologo preparato”. Maria di Nazareth era una meravigliosa creatura, una mamma che ha dato la vita al seguito di Gesù. Molto lontana dall’idea che ne abbiamo oggi e che è quella di cui le raccontavo prima.
D. – Donne e Chiesa quale rapporto?
R. – Le donne hanno avuto un ruolo importante sin dalle origini del cristianesimo, rappresentando una sorta di archeologia femminista ed hanno vissuto nella struttura biblica sia ebraica che cristiana. Ed oggi abbiamo preparatissime teologhe e scopriamo che le donne possono e devono presiedere all’eucarestia. E’ assurdo non lo possano fare e si mantenga questa discriminazione di genere, e questa è una cosa che la teologia condanna apertamente. Così hanno ragione alcuni cardinali che in Germania hanno detto al Papa “…facciamo diversamente da come tu pensi e ordiniamo noi le persone che vogliamo”. Quindi rilanciare la possibilità che anche le donne abbiano modo di essere parte dell’Eucarestia . La Chiesa dovrà intervenire e farlo al più presto.
D. – Lei è stato sposato con la sua Fiorentina, mi racconta?
R. – Ogni relazione impostata sull’amore è una benedizione di Dio. Io non ho chiesto il permesso al Gesù per sposare la mia Fiorentina a non l’ho chiesto perché sapevo che c’era lì la sua fede. la sua intelligenza, la sua preparazione intellettuale ed il suo amore. Sentivo che da parte mia era questo l’elemento essenziale. Ci siamo voluti bene e ma è stato un’anticamera del paradiso. Con lei ho passato quaranta tre anni, una vita in cui ho imparato tanto.
D. – Parlando di celibato nella Chiesa. I tempi sono maturi per cambiare qualcosa?
R. – Credo di si, Il celibato deve essere facoltativo, anche perché se devo dire “..molti preti hanno mogli più o meno nascoste”. Non dicono nulla perché perderebbero il ministero, ma è così. Il celibato obbligatorio fa in modo che sia per le suore che per i preti vengano a sopprimersi le esigenze fisiche di una persona normale sia etero che omosessuale sia lesbica o no. Immaginiamoci quanto possa influire questa situazione nella quotidianità con risvolti spesso tragici anche perché il tema degli abusi è legato ad una situazione che la soppressione degli istinti prepara.
D. – Una presunta prevalenza dell’omosessualità o maschile o femminile nel contesto della Chiesa oggi quanto pesa?
R. – La presenza di omosessuali è ancora molto alta nella Chiesa e lei sa che in Vaticano si è pensato di fare dei seminari per coloro che si sentono omosessuali. Questo a mi avviso vorrebbe dire di nuovo chiuderli dietro un cancello e questo non serve, perché molti si ammalano altri lasciano e tanti cercano delle scappatoie. E come non dirle un dolore tragico per me quando sento che ci sono dei preti che abusano. Oggi la Chiesa dovrebbe chiedersi quanta responsabilità ha avuto e quanto è stata complice nell’impedire che questi abusi venissero alla luce. E riguardando le vittime, la loro identità e l’aver nascosto quegli abusi e quale infanzia ha reso a migliaia di ragazzi sofferenti e violentati.
D. – la società di oggi ci spinge verso un confronto con altre realtà. Come si propone oggi la Chiesa?
R. – Oggi viviamo in mondo multiculturale. Due milioni di bambini sono di altre religioni. Molti sono islamici ma ce sono anche altri di differenti religioni. Ed i bambini italiani sono sei milioni. Si immagini sono ventuno le religioni registrate alla scuola e noi insegniamo il catechismo…con preti presi lì alla buona senza formazione storica o psicologica. La scuola di religione deve mollare il Concordato, deve essere fatta da studiosi di nell’antropologia religioso cioè e deve essere data tutti la conoscenza delle religioni senza privilegiare nessuna. Quindi fare una scuola dove non ci si non limiti a guardare nel nostro contesto, ma ci si abitui a guardare oltre andando alla ricerca del mistero di Dio.
D. – Don Franco un pensiero per il futuro….
R. – Uomini e donne in questo tempo nasceranno e saranno la speranza del mondo. Dobbiamo crederci dobbiamo credere ma non metterci solo le parole, ma anche noi stessi, e vivere nella povertà non nella miseria ma nella povertà nella semplicità. Dobbiamo lottare per queste battaglie giuste con le donne, gli omosessuali o le lesbiche. Io non mi sono solo dichiarato, ma li ho sostenuti in dibattiti pubblici ed in tribunali. E’ importante passare dalle parole e dai buoni pensieri ad un comportamento quotidiano fatto di fiducia perché Dio non ci abbandona. Io ho un’idea amorosa di Dio dire questo amore che non mi abbandona e non ci abbandona. Così possiamo sperare sempre di più di portare nel mondo l’idea di un Dio che ci ama, che vuole una giustizia che parte sempre dagli ultimi. La fiducia di Dio mi ha aiutato nei momenti più difficili. Anche quelli di isolamento, di condanna ed é allora che ne ho sentito di più la presenza.