Metropolis di Fritz Lang (1927) nasce dal progetto di un film ambientato in una metropoli del futuro e furono proprio i palazzi e i grattacieli di Manhattan, visitata nel 1924, a offrire al regista tedesco la soluzione scenografica.
La trama: “Metropolis” è una città del 2000, orgogliosa dei suoi grattacieli e delle sue sopraelevate, abitata da gente ricchissima. Ma la città operaia, che vive sotto terra, è abitata da uomini-schiavi che lavorano a macchinari giganteschi e a centrali colossali. Joh Frederson, il padrone di “Metropolis”, licenzia per negligenza uno dei propri collaboratori che in un accesso di scoramento tenta il suicidio ma viene salvato da Freder, il figlio di Frederson, a cui svela l’esistenza del disumano mondo della città sotterranea. Qui conosce Maria, una bionda e giovanissima ragazza che nelle catacombe (il terzo livello di Metropolis) invita gli operai alla preghiera ed alla sopportazione.
Il signore di Metropolis obbliga uno scienziato al suo servizio, Rotwang, a rapire la donna e a trasferirne le fattezze e l’anima su un automa, da lui stesso costruito per riuscire a dominare gli operai. Al contrario Maria “robot” si mette alla testa dei lavoratori, che devastano la più grande delle centrali energetiche provocando l’allagamento dei quartieri dove vivono le donne e i bambini. Scoperto, il robot viene messo al rogo mentre la vera Maria, fuggita dalla casa dello scienziato e raggiunta da Joh, salva i bambini travolti dalle acque. Tutti si ritrovano davanti alla porta della Cattedrale, dove Joh persuade il padre che è solo con la comprensione e l’amore che Mente e Braccio potranno operare uniti per una società libera e giusta.
Nella distopia di Metropolis, collocata nel 2026, la scienza non serve a soddisfare i bisogni dell’uomo o favorirne il benessere. Oberato dalla fatica, l’uomo non può più riflettere, perché nulla è concesso alla riflessione, alla poesia e ai sogni, sicché la macchina M, centrale nel sistema tecnologico che sostiene Metropolis, ne rappresenta il Moloch, una terrificante raffigurazione. Magistrali inquadrature mostrano un brulicare di operai-lavoratori in un ambiente claustrofobico, che si muovono come manichini lobotomizzati. Nel mondo di Metropolis tutti coloro che non appartengono alla ristretta cerchia di chi detiene il potere sono visti come una massa indistinta di corpi senza cervello, il cervello essendo costituito da esercita la forza e pertanto può imporsi.
L’importanza di Metropolis sta essenzialmente nell’aver fondato alcune categorie estetiche proprie del cinema di fantascienza, si pensi a Frankenstein, 2001 Odissea nello Spazio, Guerre Stellari, Blade Runner, Robocop, Batman Returns o Matrix e si pensi anche a temi quali il doppio o i corpi mutanti e ibridi dei cyborg.
Il film di Fritz Lang, girato nella Germania di Weimar, coglie le ansietà riguardo all’identità nazionale, espresse dal sovrapporsi di trasparenza e opacità, legge e caos, buio e luce.
Nella realizzazione filmica, la città viene rappresentata con modellini, scenografie ad altezza naturale, disegni e con l’uso dell’effetto Schuttan, consistente nel collocare uno specchio con un angolo di 45 gradi rispetto alla macchina da presa, così da riprodurre il riflesso di oggetti e miniature collocati fuori campo, potendole ingrandire o ridurre o circoscrivere. Tali tecniche sono oggi sostituite dal chromakey e dal digital matte painting, entrambi effetti elettronici.
Sull’architettura di Metropolis dominano la Nuova Torre di Babele, da cui Joh Frederson controlla la città e la Cattedrale, costruita sul modello della cattedrale gotica tedesca. Va detto che sia la Nuova Torre di Babele che la Cattedrale risuonano con temi attuali nel tempo in cui Metropolis venne realizzato. L’opera di Fritz Lang si pone in contrapposizione con le idee della Bauhaus, fondata dall’architetto Walter Gropiusm, che vedeva nel grattacielo la costruzione promettente e rappresentativa per lo sviluppo futuro della società.
Di contro, i sotterranei rappresentano un labirinto dentro un labirinto e ospitano anche i laboratori di Rotwang, dove viene creato il robot “doppio” di Maria.
Robot che si riconduce al tema freudiano del perturbante. che si manifesta quando una cosa, una persona, una situazione vengono percepite allo stesso tempo come familiari o estranee. Sono perturbanti il doppio, la ripetizione ossessiva (che si lega al pensiero magico e animistico), le superstizioni e la magia, che fanno riaffiorare l’idea di forze misteriose che agiscono indipendentemente dalla nostra volontà, le membra staccate dal corpo, le manifestazioni della pazzia.