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Marameo perchè sei morto

3/01/2025 | Cantami una canzone '30

di Alessandro Claudio Girdano

Maramao perché sei morto?/Pan e vin non ti mancava,

l’insalata era nell’orto,/Maramao, perché sei morto?

Nel 1938 il Trio Lescano portò al successo il brano “Maramao perché sei morto?”, una canzone scritta dal compositore Panzieri e definita canzone “di fronda”, oggi diremmo leggera e divertente. I critici cercarono di indovinarne le origini del testo e della musica ma incontrarono molta difficoltà. Diremmo esistano quattro differenti interpretazioni del testo e delle sue origini.  Una prima che tratta Marameo come il diminutivo di Maramaldo, un capitano di ventura napoletano al servizio dei Medici contro l’esercito della Repubblica Fiorentina. Nel 1530, alla battaglia di Gavinana, trafisse a morte un suo prigioniero ferito e inerme, il capitano Francesco Ferrucci che gli gridò: “Maramaldo, tu uccidi un uomo morto! La seconda la si fa risalire al Belli. Nella notte del 10 febbraio 1831, fu arrestato un disabile che per le vie di Roma cantava e questi canticchiava un motivetto così “Maramao perché sei morto? Pan e vin non ti mancava, l’insalata sta all’orto…”, venne incarcerato in quanto si pensò che ironizzasse sulla recente scomparsa del Papa Pio VIII.

Una terza fa invece riferimento ad un canto popolare abruzzese Scura maje o Mara maje nel quale la vedova si lamenta per la scomparsa del marito e l’incertezza per il suo futuro e la serenità e il benessere che ora teme di perdere: “Io avevo una casetta, ora sono senza ricetto, senza fuoco e senza letto, senza pane e companatico”. Poi la quarta che costò alla canzone la censura. Già perché in si ritenne che fosse un modo per farsi beffe della morte del presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, Costanzo Ciano (consuocero di Benito Mussolini). Tutto iniziò quando sul basamento del monumento in costruzione dedicato a Costanzo Ciano apparve qualche verso della canzone. Panzeri fu accusato di propaganda antifascista, ma riuscì a difendersi affermando che la canzone era stata scritta prima della morte di Ciano. Lo stesso Panzeri dovette dare spiegazioni alla censura di un’altra famosa canzone del tempo Il tamburo della banda d’Affori” il verso ” il tamburo principale della banda d’Affori,/ che comanda 550 pifferi” allude alla Camera dei fasci (di 550 membri) e a Mussolini.., ma questa è un’altra storia. Tutte le canzoni nate in epoca fascista dovettero esser ascoltate dagli uffici di censura. E poche passarono. Ciò che però solleva lo spirito è questa voglia di far breccia nel muro fasciasta nonostante violenze e minacce con assoluta ironia.

IL TRIO LESCANO e MARIA JOTTINI

Alexandrina (1910-1987), Judith (1913-1975?) e Catharina (1919-1965) Leschan erano figlie d’arte, come a loro piaceva raccontarsi. Le tre sorelle arrivarono in Italia in pieno regime fascista, straniere, accompagnate da una madre ebrea, senza un padre che le tutelasse, senza legami familiari in Italia, e senza una rilevante carriera artistica alle spalle di cui fare sfoggio, se non quella legata alla danza acrobatica. Ai loro esordi in Italia, si erano presentate vantando un passato “artistico tra scuole di danza a Parigi, madre cantante d’operetta, padre artista circense e di tante tournée di successo internazionale”. Un’azione di marketing di sé stesse che le tre sorelle furono abili a mettere in pratica. l successo del Trio Lescano non fu certo dovuto a un passato ricostruito in modo più seducente del vero, ma al loro talento, alla loro disciplina e alla loro tenacia, che non le fece arrendere di fronte all’enorme lavoro che dovettero affrontare per raggiungerlo. Con le loro voci affiatate in perfetta armonia, la loro languida pronuncia esotica e la loro simpatia fecero sognare e sperare un’intera generazione, modulandone la colonna sonora in uno dei periodi più terribili della storia italiana ed europea. Maria Jottini nacque ad Alessandria, fin da piccola dimostra la passione per il canto, del resto. La sua voce piacque al pubblico, la critica la sostenne, tanto da essere soprannominata l’Usignolo della radio. grande carriera artistica con il Mestro Barzizza.

 

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