Chi scrive è al quarto micio, cioè ha avuto la fortuna di avere quattro gatti nella sua vita e tale esperienza si può raccontare attraverso alcuni episodi.
Micio (la fantasia nei nomi debordava, all’epoca) era un trovatello che abbiamo salvato e che aveva il vezzo di andarsene in giro – peraltro nel quartiere si notarono diversi gatti con lo stesso tipo di pelo e questo fa sospettare che avesse un certo successo con le femmine della sua specie – e che riempiva la casa di fusa e mi teneva compagnia durante le ore di studio. Morì investito da un’auto e dovetti andare a raccoglierne i resti.
Poi ci fu Piccola, che è arrivata in casa regalatami da un amico, quando era appena stata svezzata. La curiosità fatta gatto, con una peculiarità. Vedendo chi scrive lavorare al computer si accorse che il puntatore del mouse si muoveva e uno dei suoi giochi preferiti era cercare di catturarlo. Chi scrive ha vissuto poco Piccola ma ricorda molto bene come ci rendemmo conto che Piccola era una grande cacciatrice di topi e che questo faceva emergere la tigre che le sue dimensioni celano.
Angie, la Soffice Micina, una pallina di pelo rossiccio e bianca (ma questo non rende giustizia alla bellezza della gattina in questione). Era rimasta sia nel fisico che nei comportamenti una cucciolina e pertanto dolcissima. Morì di leucemia felina, ed è una esperienza terribile perché significa vederla crollare, senza possibilità alcuna di rimedio, nell’arco di giorni.
Sei mesi dopo la scomparsa della povera Angie arrivò in casa un nuovo piccolissimo gattino. Venne battezzato Batuffolo. Mai nome fu più azzeccato anche se da allora è cresciuto tanto e lo si dovrebbe chiamare Micione. Tale micio ha peculiarità di avere una coda lunghissima e un temperamento con spiccate caratteristiche.
In primo luogo – pur senza essere impiccione – Batuffolo vuol essere molto partecipe della vita di casa. Lui c’è. Sempre.
Se può, come è tipico anche dei grandi felini, con cui i gatti condividono quasi tutto (un gatto ha il 95% del codice genetico di una tigre o di un leone), si pone in posizione sopraelevata. A differenza di Micio, che socializzava con i cani, quelli sono tra i suoi peggiori nemici e ne innescano reazioni feroci, facendolo trasformare in una specie di mostro. Eppure, Batuffolo è il classico “micio da salotto” estremamente affettuoso che per chi scrive, durante il periodo del lockdown, è stato una salvezza.
Vale la pena di concludere con una considerazione. Il linguaggio affettivo dei gatti è completamente diverso da quello dei cani ed è espresso attraverso la presenza il contatto fisico con le cose del loro padrone. Per certi versi non è tanto una battuta dire che l’umano è il maggiordomo del gatto, Ma è impareggiabile quel “io sono qui, sono presente e rispetto i tuoi tempi” proprio dei mici e il loro capire con impressionante precisione ogni smottamento dello stato d’animo delle persone con cui convivon