Di Florian, dei Kraftwerk e della musica elettronica

di Piero Giuseppe Goletto

 Pessima e triste notizia per il mondo della musica. E’ morto Florian Schneider. Florian Schneider era insieme a Ralf Hutter uno dei fondatori dei Kraftwerk. Se non li conoscete è perché è tanto tempo che non escono con un disco nuovo. Ma sono personaggi importantissimi.

Torniamo nel 1970 e rechiamoci a Dusseldorf.  In quegli anni, ci sono tre grandi laboratori di musica elettronica in Europa: il GRM di Parigi, legato alla radiotelevisione francese, dove opera Pierre Schaeffer; lo Studio di Fonologia creato in seno alla RAI dove operano Luciano Berio e Bruno Maderna e lo Studio Fur Elekronik Music dove opera Karlheinz Stockausen.  Entrambi i fondatori dei Kraftwerk sono suoi allievi.

Le ricerche musicali di questi grandi compositori arrivano al mondo del pop e si creano due fondamentali correnti, la musica elettronica melodica di Jean Michel Jarre (andate a risentire Equinoxe IV, per esempio) e le sonorità sintetiche e robotiche del gruppo tedesco che inventa il Krautrock.

La loro immagine è molto diversa da quella di Jarre: manichini robotizzati sostituiscono i musicisti che si esibiscono dal vivo, l’alienazione emotiva e distopica è il segnale dominante; tutto in loro è gelida virtualità, freddezza meccanica e robotica (The Man Machine).

Robotica per loro è tecnologia di registrazione ed estetica, in questo sono diametralmente opposta rispetto a quella del compositore francese che arriva a riprodurre le calde atmosfere del Calypso nell’omonimo brano dedicato alla nave di Jacques Cousteau.

I suoni elettronici derivano in gran parte da sintetizzatori analogici, modulatori, e successivamente il computer (alla fine degli anni Settanta compare sulla scena musicale il Fairlight).

La poetica dei Kraftwerk sottolinea aspetti della società industriale, dove il paesaggio è caratterizzato da autostrade (Autobahn, 1975), dall’energia nucleare (Radioactivity, 1976), dai treni ad alta velocità (Trans Europe Express, 1977), dai robot (The Robot, 1978),  dai computer (Pocket Calculator, Computer Love e Numbers, 1981 e ComputerWelt, 1982). Autostrade, treni e Tour de France del 1983 affrontano il tema del viaggio, nell’ultimo caso grazie  al recupero dei suoni meccanici legati al ciclismo. Il viaggio propone l’unica reale speranza offertaci oggi.

Canzoni astratte, li definisce Marco Lenzi. Il suono sintetico non viene integrato nel brano musicale, come accadrebbe se si sostituisse con un sintetizzatore il suono di un pianoforte a coda.

La musica (e qui contano tantissimo le esperienze con Stockhausen) è concepita sin dall’inizio per strumenti elettronici: tastiere, moog, sintetizzatori vocali, sequencer e variata da console digitale.

La sperimentazione dei Kraftwerk è talmente importante che se escludiamo tutto quanto rivendica le proprie radici in altre tradizioni musicali (es. il rock, il jazz) deriva da essa, compresi per esempio techno e l’hip-hop. Qualcuno ha detto che la techno è prendere George Clinton (musicista Funky) e i Kraftwerk, chiuderli in un ascensore e vedere cosa succede. Afrika Bambaata parte dalle basi di Trans Europe Express per creare l’embrione dell’hip hop. L’influenza del gruppo tedesco arriva a gruppi come Depeche Mode, Ultravox, Daft Punk.