Brasile: intervista con Padre Lauro Palù

di Anna e Maria Sciacca

In Brasile, nello stato di Minas Gerais, a qualche chilometro da Santa Barbara, tra montagne e sentieri che portano a cascate, fiumi e torrenti, in un ambiente dove la savana tropicale e la foresta atlantica si incontrano, si trova  il Parco Naturale di Caraça e l’antico monastero ad una altitudine di 1,250 metri dove turisti e visitatori  da tutto il mondo possono godere dell’ospitalità nelle stanze semplici e confortevoli del monastero  e dove si possono incontrare i fulvi lupi della criniera che vengono anche chiamati  in Brasile  guarà,  aguarà guazù,  lobo warà, che nella lingua dei Tupi-Guarani, la parola guarà significa rosso, e guassu o guaçu significa grande. Al santuario di Caraça l’incontro tra i religiosi ed i lupi guarà ci ha fatto venire in mente la bellissima immagine di San Franceso d’Assisi quando aveva avvicinato un lupo, e nel bellissimo testo poetico “Il Cantico delle Creature” (Canticum o Laudes Creaturarum) il frate  affermava l’amore per tutte le creature dell’Universo.    

Padre Lauro Palù,  Direttore del Santuario,  ci racconta  dei lupi della criniera che vengono al Santuario di Caraça.  “Ogni notte a Caraça si assiste al magico rito dell’arrivo dei lupi guarà che vengono a mangiare sull’entrata della chiesa. Nel 1982 avevamo notato che un grande animale spostava i bidoni dell’immondizia. Erano i lupi guarà. Abbiamo quindi cercato di attirarli mettendo il cibo davanti alle porte, sul marciapiede, sulla scala e nell’atrio dove oggi i turisti li fotografano meravigliati dalla bellezza e fiducia degli animali.

Non sono lupi selvaggi come quelli europei o del nord America, i nostri sono diciamo silvestri. Non sono aggressivi,  anche se sono selvatici, non ci attaccano mai, neppure vanno in branchi, sono solitari, neanche ululano, ma abbaiono, sono  rapidi a fuggire e ad attaccare la preda. Sono i canidi più grandi del Sud America, appartengono ad un genere e specie particolari: il Chrysocyon brachyurus, che significa un animale dorato dalla coda corta. Il pelo aspro è di  colore arancione dorato con una sfumatura nera  sul dorso, zampe nere e coda bianca. Il maschio misura quasi un metro di altezza, la femmina tra i 92 e 95 centimetri. Gli adulti pesano intorno ai 30 chili. Questi animali sono protetti dalla legge, specialmente nei territori come il nostro, che è un’ unità di protezione naturale, una Riserva Particolare del Patrimonio Naturale. La nostra proprietà è enorme 12.475 ettari e 45 ari. Una famiglia di lupi ha bisogno di 2.500 ettari, sufficiente per due adulti ed i loro figli. I lupi guarà abitano nei campi e nel cerrado, nelle regioni dove c’è una boscaglia molto preziosa ricchissima in biodiversità, i crisocioni non vanno abitualmente nelle foreste dense e neppure nelle montagne, girano su strade e sentieri dove c’è bassa vegetazione, infatti camminando in zone come Pinheiros, Prainha, Cascatinha e Bocaina  si possono vedere facilmente le loro impronte sui sentieri”.

Padre Palù, questi lupi si fanno accarezzare e possono essere addomesticati? “Una sola coppia ed i loro cuccioli hanno colonizzato tutto il nostro territorio,  abbiamo quindi una famiglia unica e dominatrice che marca tutto il territorio, non si lasciano accarezzare, né ci avvicinano se siamo in piedi, alzati. Ma allevati dai tecnici, crescono giocherelloni, amorevoli e molto gentili. La cosa più interessante è che questa nostra pratica quotidiana è l’esperienza più lunga e più efficace di educazione ambientale per i nostri ospiti ed i nostri visitatori che arrivano annualmente.  

Il lupo guarà ha un udito accurato ed efficiente, controlla ogni movimento nei dintorni. E’ veloce e prudente. Non è un animale da intimità, soprattutto i lupi di Caraça che abitano nel cerrado e vanno a caccia nei boschi quotidianamente. Mangiano ciò che li serviamo e qualcosa dagli avanzi del pranzo. Come Direttore del Santuario sono incaricato di dar loro il pasto quotidiano, immediatamente dopo la mia cena. Alle sei e mezza del pomeriggio. Dopo cena attendiamo il lupo e gli altri animali, e chiaccherando offriamo agli ospiti il tè e pop corn.  I lupi possono venire immediatamene o tardissimo oppure il mattino seguente. Loro vengono a mangiare tra di noi, davanti alla chiesa, generalmente siamo seduti per fare le foto senza disturbarli con i nostri movimenti. Non temono le luci dei flash, ma si spaventano se facciamo dei gesti bruschi”.

Padre Lauro, i lupi hanno imparato a riconoscerla?  “I lupi conoscono la mia voce sicuramente, perché parlo continuamente quando vengono, spiegando ai turisti e agli ospiti i loro gesti, le loro abitudini. Infatti sono abituati a sentire la mia voce, ma non conoscono le persone che li aspettano davanti alla chiesa, nell’alto della scalinata. La femmina quando spinge il cucciolo a salire i gradini della scalinata, ha l’impressione di conoscere l’ambiente calmo e silenzioso, ma veramente non conoscono nessuna persona, solo la mia persona perché gli altri sono diversi ogni sera, i turisti sono tanti. Ma i lupi hanno l’esperienza: quando io parlo, tutta la gente (ieri sera c’erano più o meno duecento persone ad aspettare il lupo, ascoltando le mie spiegazioni),  sta zitta, seduta, in silenzio, sapendo di non dover prendere le foto immediatamente quando arrivano gli animali, ma solo dopo i primi contatti, quando loro mangiano il cibo che li offriamo ogni sera.

I lupi guarà  mantengono la loro eleganza poiché percorrono 30 chilometri di giorno o di notte  per la caccia. Sono più attivi all’alba e al tramonto. Nel corteggiamento e nell’amore si accompagnano insieme ma solo in questi giorni di caldo. Per il resto dell’anno cacciano separatamente sulla pista, odorando e passando dall’altra in direzioni opposte. Non hanno posti dove nascondersi, dormono sopra l’erba  in generale vicino a posti dove scorre l’acqua. Si accoppiano in Aprile o Maggio. Dopo 62-65 giorni di gestazione nascono i cuccioli, di solito due, alle volte  uno o tre cuccioli, che sono di colore grigio scuro, e  vengono nutriti dai genitori. Il lupo arriva sempre  alla notte, al buio tranne che in Estate quando rende felici i fotografi con la luce naturale del sole.

Quando arriva su per la scala, osserva la gente intorno,  cercando nella pentola il cibo che preferisce, mangia carne bianca di petto di pollo, grasso di gallina, carne cruda o arrosto e bevendo leccate d’acqua. Mangia di tutto ma preferisce gli odori forti: mela, pera, guava, araçà, papaia, banana. Nei campeggi di Ibitipoca e Serra  da Canastra i lupi della criniera rubano dalle baracche dei turisti tutti i tipi di cosmetici, saponette, shampoo, deodoranti, borotalchi, profumi. I lupi guarà hanno una vera ossessione per i profumi e gli odori forti. Non solo i cosmetici, ma anche la frutta, come le mele. Un tempo, entravano nel corridoio dove offriamo ai turisti il tè e pop corn, chiaccherando finché arrivano i lupi. Siccome le cose rimanevano lì tutta la notte, i lupi prendevano con i denti gli zuccherieri e scappavano lasciando sul pavimento una buona metà dello zucchero. Cosa ne facevano? Nei parchi dove c’è il campeggio, i turisti sono avvisati e devono mettere i profumi, lo shampoo, le saponette, i dentifrici in sacchetti di plastica e appenderli nell’alto delle baracche. Se lasciano queste cose alla portata dei lupi, loro forzano le baracche per rubarle. Cosa ne fanno? Non sappiamo mai. I lupi della criniera  preferiscono principalmente una solanacea, il frutto del lupo (Solanum lycocarpum),  mangiano carne cruda  o cucinata, mangiano anche l’erba come i cani, per attivare la digestione.

Alle volte lasciano il vassoio e vanno a cercare galline e anatre. Mangiano anche armadilli, uccelli, rane, insetti; alle volte oltre al vassoio con la carne, frugano nei bidoni dei rifiuti, e nei sacchetti  di plastica per cercare torte, pasticcini, panini, ogni cosa che possono mangiare.

Non avremmo coraggio di andare a mangiare nel mezzo di un gruppo di lupi come fanno loro con noi. Ciò che li agita e snerva è la presenza di rivali quando si disputano un partner e un territorio”.

Padre Lauro ci racconta: “Durante un’ escursione della scuola superiore arrivarono  una cinquantina di studenti e in un’atmosfera di silenzio arrivò un lupo della criniera che cauto come sempre prese della carne da un vassoio e andò a mangiare sul bordo della scala da dove osservava se c’erano rivali nei dintorni, altri lupi che durante l’anno combattono per diventare i padroni del territorio, quindi guardava il cortile per vedere se qualcuno stava arrivando. Intanto come ogni notte parlo con il lupo, gli dissi: “Puoi tornare indietro, non c’è nessuno” e il lupo tornò al vassoio, e glielo dissi ancora e quando tornò a mangiare una delle guide disse “Ma capisce tutto? Anche in spagnolo…Tre giorni dopo,  arrivarono anche due famiglie italiane, il lupo si trovava in cima alle scale  e ho ripetuto le stesse frasi, ma in italiano. Quasi uno degli ospiti gridò: “Non ci credo!”  Ho spiegato, come faccio sempre, anche quando parlo in portoghese, che il lupo torna non perché io parlo ma lo dico perché so che sarebbe tornato e l’effetto è magico,  con il lupo guarà, con il suo fascino, ogni notte…il fascino dell’oscurità. Per me l’oscurità della notte è la più grande ragione di ammirazione, di spavento, di gioia e sorpresa, nella visita di questi grandi animali sui gradini e la veranda del santuario  di Caraça. Quando li vediamo sono già arrivati nel nostro mondo, nel nostro spazio. Di lì a poco già scompaiono, immersi nel buio, sul confine magico di ogni notte, nel margine della nostra immaginazione, dei nostri miti, delle nostre paure ancestrali, della nostra capacità di amare la vita, selvaggia, silvestre, misteriosa, magnifica, inimmaginabile ed è proprio davanti a noi!

Tutto questo vale anche per gli altri nostri amici, che vengono a godersi il cibo nei vassoi che mettiamo nell’atrio: ci sono  la volpe dei boschi, un tapiro, i  vari tipi di uccelli che vengono nella luce e sono ugualmente ammirabili per l’affetto con i loro pulcini, e per la velocità del volo, la moffetta o skunk dal musetto a strisce,  e una notte un biologo ha visto un gatto moresco, puma jaguaroundi.

I lupi guarà e tutti gli altri animali fanno con la gente ciò che vogliono, poiché siamo affascinati della loro bellezza e si fanno aspettare, ore e notti, arrivando a loro piacimento.