Perchè il Crew Dragon è importante

di Piero Giuseppe Goletto

Oggi, venerdì 8 Marzo 2019, la capsula Crew Dragon, lanciata in via sperimentale da Space X, ha fatto ritorno sulla Terra dopo la sua prima missione di collaudo.

L’importanza di questo evento è notevole.

Gli Stati Uniti ritornano dopo una decina d’anni in possesso di un vettore americano con cui trasportare i propri astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale e, successivamente, verso la Luna e Marte.

La NASA rinunciò nel 2011 al programma Constellation, che doveva sostituire lo Space Shuttle, cui l’ente spaziale americano aveva rinunciato sia a causa del disastro del Columbia del 2003, sia perché era imminente la necessità di rinnovare la certificazione degli Shuttle, certificazione che riguardava sia il loro utilizzo come astronave sia il loro utilizzo come aeromobile. Infatti, nella fase di rientro sulla Terra lo Shuttle è a tutti gli effetti legali un aeromobile, al pari di un Boeing 747 o di un Airbus,. tant’è che in casi di emergenza poteva atterrare in aeroporti selezionati (es. Saragozza, in Spagna).

Il programma Constellation, a sua volta, era stato abbandonato per gli elevatissimi costi di sviluppo e per le complicazioni derivanti dal fatto che si sarebbero dovuti predisporre due vettori completamente diversi: l’Ares I destinato al trasporto del solo equipaggio, l’Ares V destinato al trasporto del cargo.

 

Al posto del programma Constellation, la NASA deliberò un approccio basato su un lanciatore non riutilizzabile il cui nome attualmente è Space Launch System e che prevede il riuso dei motori e delle teconlogie Space Shuttle. Si tratta però di progettare una linea integrata di lanciatori e di far evolvere la capsula Orion, già prevista nel programma Constellation, accrescendone la versatilità e la sicurezza.

Si tenga conto che l’obiettivo che gli Stati Uniti stanno perseguendo è sia ridurre i costi di accesso allo spazio, in modo da rendere economicamente sostenibile un programma intenso di esplorazioni spaziali, sia creare una vera e propria filiera industriale: non più divisioni di imprese aeronautiche (come possono essere Boeing o Lockeed Martin) ma imprese specializzate.

Il business potenziale è enorme perché  le stime più recenti parlano di centinaia di miliardi di dollari. In questo ammontare consideriamo anche i satelliti artificiali per telecomunicazione, i servizi di geolocalizzazione (tipo il GPS) e i servizi di supporto logistico che queste tecnologie rendono possibili.

L’apertura dello spazio ai privati, avviata a partire dal 2005, aveva portato alla selezione di alcune aziende americane; una di queste è SpaceX (il cui amministratore delegato è Elon Musk). Altre sono Blue Origin e Virgin Galactic. La guida di SpaceX è in mano alla Dott.ssa Gwynne Shotwell, doppia laurea in ingegneria meccanica e matematica, per la quale la conquista di Marte è solo un passo verso un sogno che porta veramente “ad andare dove nessun uomo è mai arrivato prima”.

Caratteristica dell’approccio tecnologico di SpaceX è di rendere parzialmente riutilizzabile il lanciatore (che atterra su una chiatta con una manovra degna di un film di fantascienza), far sì che la capsula sia totalmente riusabile; rendere possibile un’eventuale fuga di emergenza dal lancio fino all'entrata in orbita; agganciare la capsula all’ISS con un processo automatico come quello utilizzato dalla capsula europea cargo ATV. L’uso dei motori della capsula per l’atterraggio di precisione, seppur previsto, è per ora abbandonato a favore del classico “ammaraggio”.

Il primo lancio effettivo di astronauti verso l’ISS sul modulo Crew Dragon è previsto nell’estate 2019.

Il successo del Crew Dragon nei voli con equipaggio priverà Roscosmos (russi) del denaro americano (400 milioni di dollari all’anno), e renderà operativa una capsula la cui tecnologia, allo stato dell’arte, riduce in modo  ed è in grado di ospitare 7 astronauti per 7 giorni.