Cinema Italiano: Il Neorealismo

di Anna e Maria Sciacca

Nel secondo dopoguerra dal 1945 al 1951 il cinema italiano diventa con il Neorealismo, cinema mondiale un movimento cinematografico che presenta films autentici, che raccontano il quotidiano.

Nel periodo del fascismo il cinema italiano non poteva realizzare films che parlassero della realtà, venivano permessi quei generi come la commedia sentimentale, films di genere storico, ecc. il cinema doveva essere evasione non davano spazio alla riflessione, ma nella letteratura già alcuni scrittori parlano della Resistenza e di temi sociali.

L’industria cinematografica italiana doveva seguire lo stile del cinema hollywoodiano, sul mercato nazionale si trovano films americani, commedie dove si vedono famiglie benestanti che abitano case di un certo privilegio, il neorealismo invece porta il cinema in strada, i registi tornano a girare nelle città e nelle campagne e molti films neorealisti diventano documenti storici.

Il cinema neorealista è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, con riprese all'aperto, girati spesso con attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie. I film trattano soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, e riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita: speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione.

I film neorealisti proponevano storie con gente impegnata nelle attività quotidiane, gente impoverita dalla guerra con i loro problemi come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, nel film è raccontato il dramma di un operaio, la denuncia del disagio sociale anche nei film Riso amaro di Giuseppe De Santis, si racconta della Resistenza come   Roma città aperta  di Roberto Rossellini

Il film Sciuscià, racconta la condizione dei bambini abbandonati..., Umberto D, è la storia amara di un vecchio pensionato, il film Paisà, sono sei episodi dell'avanzata delle truppe alleate lungo la penisola, tra il 1944 e il 1945.

I registi Roberto RosselliniLuchino ViscontiVittorio De SicaGiuseppe De SantisPietro GermiAlberto LattuadaRenato CastellaniLuigi ZampaAlessandro Blasetti e gli sceneggiatori Cesare Zavattini e Sergio Amidei, cui si aggiungeranno Luciano EmmerLuigi ComenciniGianni PucciniAntonio PietrangeliFrancesco MaselliCarlo LizzaniFrancesco Rosi.

Tuttavia l'immagine dell'Italia, un paese povero e desolato, rappresentato da questi film infastidiva una certa classe politica anche la chiesa cattolica condannò molti film per l'anticlericalismo.

Il neorealismo ha meno successo verso la metà degli  anni cinquanta, tuttavia altri registi hanno seguito questa corrente artistica fra cui  Pier Paolo Pasolini, che nei primi  anni sessanta diresse alcuni film di stile neorealistico anche se la rappresentazione era forse più documentaria, poi arriva il “boom” degli anni sessanta

 FILMS

 Luchino Visconti

Roberto Rossellini

Roma, città aperta (1945)

Vittorio De Sica

Sciuscià (1946) - Oscar onorario

Pietro Germi nel suo film Il ferroviere

Giuseppe De Santis

Caccia tragica (1947)

Alberto Lattuada

Il bandito (1946)

Pietro Germi

Gioventù perduta (1947)

Anthony Quinn e Giulietta Masina nel film La strada

Renato Castellani

Sotto il sole di Roma (1948)

Luigi Zampa

Anni difficili (1948)

Luciano Emmer

Domenica d'agosto (1950)

Michelangelo Antonioni

Federico Fellini

I Vitelloni (1953) - Leone d'argento alla Mostra di Venezia; 2 nastri d'argento (miglior regia e miglior attore non protagonista)

  • La strada(1954) - Oscar al miglior film straniero; Leone d'argento alla Mostra Cin. di Venezia; 2 nastri d'argento (miglior regia e produzione)

Carlo Lizzani

Francesco Maselli

  • Gli sbandati(1955) - Menzione speciale alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia

Guardie e ladri, di Monicelli e Stenocommedia drammatica, ma che richiama palesemente lo stile neorealista

Francesco De Robertis