A sangue freddo

di Alessandro Claudio Giordano

“Fino a una mattina di metà novembre nel 1959, pochi americani, anzi, pochi kansasiani avevano mai sentito parlare di Holcomb. Come le acque del fiume, come gli automobilisti sull'autostrada e come i treni gialli che serpeggiano lungo le rotaie della Santa Fe, il dramma sotto forma di avvenimento eccezionale, non si era mai fermato laggiù.”

Un giorno di novembre del 1959 Truman Capote legge sul New York Times un articolo che parla dell'uccisione di un'intera famiglia di Holcomb, Kansas. Il caso di cronaca nera lo attira e lo interessa particolarmente: è un evento brutale, apparentemente senza movente, avvenuto in una tranquilla cittadina di provincia. È stata una rapina? Una vendetta. A capo dell'inchiesta c'è l'agente Alvin Dewey, ma tutto ciò che ha sono due impronte, quattro corpi e molte domande. Truman Capote si reca sul luogo dell'omicidio con la sua amica d'infanzia, la scrittrice Harper Lee, e, mentre ricostruisce l'accaduto, le indagini che portano alla cattura, il processo e infine l'esecuzione dei colpevoli Perry Smith e Dick Hickock, esplora le circostanze di questo terribile crimine e l'effetto che ha avuto sulle persone coinvolte, scavando nella natura più profonda della violenza americana. Ci vogliono sei anni prima che il romanzo venga completato, inizialmente pubblicato a puntate sul New Yorker, poi in volume, attraverso una stesura che vedrà l'autore per lunghi periodi in Kansas, nei luoghi del delitto, a studiare l'umanità di Holcomb e i suoi riti, a contatto con la polizia e i detective. Ma soprattutto a contatto con gli assassini dei Clutter, Perry Edward Smith e Richard Eugene Hickock.. Ancora oggi, "A sangue freddo" viene considerato da molti il libro che ha dato origine a un nuovo genere letterario, un'opera rivoluzionaria e affascinante, una combinazione unica di abilità giornalistica e potere immaginativo.” L'uccisione di un'intera famiglia senza motivo apparente rappresenta la parabola del male per il male, l'irrazionale lucidità dell'assassino che ha covato la sofferenza per anni e la riversa nel mondo, in una spirale senza fine. Emblema di questo cortocircuito è la pena di morte, "risoluzione" in cui nessuno è vincitore. È proprio di fronte all'impiccagione, momento brutalmente concepito per dire "giustizia è fatta", che ci sentiamo sopraffatti dal male avvenuto. “A sangue freddo” non è un capolavoro letterario semplicemente per i generi e i libri a cui ha spianato la strada lo è perchè offre al lettore la possibilità di una profonda riflessione sull'essenza del dolore e sui luoghi che lo ospitano.


Truman Capote (1924-1984), scrittore, drammaturgo, giornalista, è stato una delle figure più rappresentative e controverse della scena intellettuale e mondana americana tra gli anni sessanta e settanta. Nato a New Orleans, all’età di quattro anni fu affidato dai genitori divorziati a dei lontani parenti in Alabama, dove trascorse l’infanzia aggrappandosi all’affetto di Sooky, l’anziana cugina protagonista del suo Ricordo di Natale, e alla futura scrittrice Harper Lee, autrice del best-seller Il buio oltre la siepe. Ormai adolescente, andò a vivere a New York con la madre e il suo secondo marito, un facoltoso sudamericano di cui adottò il cognome. Ma fu la pubblicazione dei suoi primi racconti tra il 1943 e il 1945 a segnalare il suo talento e ad aprirgli le porte del jet-set newyorchese. Autore di due leggendari romanzi come Colazione da Tiffany (1958) e A sangue freddo (1966), Capote rimane un’icona dell’America del secondo Novecento