Non ti scordar di me

di Alessandro Claudio Giordano

Partirono le rondini dal mio paese freddo e senza sole,/cercando primavere di viole, nidi d'amore e di felicita.

La mia piccola rondine parti senza lasciarmi un bacio, senza un addio parti.

Non ti scordar di me: la vita mia legata e a te. /Io t'amo sempre piu, nel sogno mio rimani tu.

“Non ti scordar di me” venne scritta nel 1935 da due autori napoletani, il paroliere Domenico Furnò ed Eugenio De Curtis.

La canzone venne lanciata addirittura da Beniamino Gigli nel film omonimo, diretto da Augusto Genina e girato ad Amburgo, in Germania. Il protagonista, Gigli, alle prese con la prima delle sue numerose esperienze cinematografiche, interpretava un tenore che riconquistava l'amata grazie alla sua voce ed alla canzone. Quello che è rimasto del film, seppur restaurato, ci restituisce una traccia sonora con tutti i limiti dell'epoca, ma con un Gigli in grande forma. Durante il film il brano viene proposto tre volte (in un caso con l'accompagnamento di De Curtis), scegliendo ogni volta un approccio diverso, a sottolineare la sua duttilità vocale del protagonista. Il successo fu pressoché unanime anche perché, ed è bene ricordarlo, molta gente non aveva mai visto il cantante erede di Caruso. I cinematografi con calca di gente che voleva assistere al film ed alcuni eccessi di fanatismo, ultimo dei quali quello di una ammiratrice che scrisse al suo beniamino di aver visto il film settantasei volte in un mese. Non ti scordar di me' in questi anni è diventata uno 'standard' presente nel repertorio di molti tenori: Carlo Bergonzi l'aveva eseguita come brano di commiato dalla Scala. “Non ti scordar di me” ha accompagnato per lungo tempo i concerti di Luciano Pavarotti. Questo grazie anche al fatto che il pezzo si presta in effetti anche ad arrangiamenti più moderni, come lo aveva dimostrato nel 1968 Sergio Leonardi che l'aveva riportata in classifica in una versione quasi "beat".

Edoardo De Curtis, era nato a Napoli nel 1875, crebbe in una famiglia di artisti (nella quale si può includere un cugino, destinato a diventare attore comico col soprannome di Totò). Dopo aver studiato pianoforte e composizione al Conservatorio S.Pietro a Majella, nei primi anni del Novecento si affermò come uno degli autori italiani di maggiore successo: tra le canzoni da lui firmate, 'Torna a Surriento', 'Voce 'e notte', 'Amalia', 'Tu ca nun chiagne'. Insieme al paroliere Domenico Furnò firmò 'Non ti scordar di me' e 'Ti voglio tanto bene', scritte per la voce di Beniamimo Gigli, del quale era diventato pianista. Con Gigli tenne numerosi concerti in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, e collaborò con il celebre tenore anche per le musiche dei suoi film.

Beniamino Gigli, era nato a Recanati nel 1890, era il figlio di sacrestano, e da ragazzo cominciò a cantare nel coro della chiesa. A 24 anni vinse un concorso canoro a Parma e lo stesso anno debuttò a Rovigo ne "La Gioconda". Rapidamente la sua reputazione crebbe, e presto si ritrovò ad interpretare opere in tutta Italia; nel 1919 si esibì a Buenos Aires e nel 1920 al Metropolitan di New York. Stabilitosi in America, fece ritorno in Italia nel 1932 e si schierò con convinzione a fianco del regime fascista - cosa che gli procurò qualche problema dopo la Liberazione, ma non gli impedì di riprendere la carriera già nel 1945. Nel 1956 si ritirò e nel 1957 morì a Roma.