La fotografia come metodo d'indagine

da Redazione

Dall'avvento della fotografia, i primi storici dell'arte (i cosiddetti "conoscitori") furono fortemente interessati alle riproduzioni delle opere del passato, iniziando a raccogliere stampe fotografiche e cartoline e costituendo archivi che fortunatamente, in molti casi, giungono fino a noi.

Questi strumenti di conservazione visiva del passato svolgono per lo storico dell'arte un ruolo fondamentale, anche in un'epoca radicalmente "visuale" come quella odierna. Gli usi dell'archivio fotografico per uno storico dell'arte sono molteplici e coinvolgono vari aspetti della ricerca: dalla ricostruzione virtuale d'insiemi oggi smembrati, al reperimento d'informazioni inedite su un'opera o un artista, fino alla decifrazione critica delle figure che hanno formato e conservato tali insiemi di fotografia. Lo studio del rapporto tra foto storica e opera d'arte inoltre può rivelare anche altri aspetti molto interessanti, come ad esempio le precedenti collocazioni dell'opera.

L'intervento intende mettere in luce, anche attraverso una serie d'esperienze personali, il confronto con gli archivi fotografici nello svolgimento di una ricerca storico artistica.

 Serena D'Italia (1982) si è laureata e ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi di Torino, specializzandosi in storia dell'arte moderna e in storia del collezionismo.

 Jacopo Tanzi (1989) ha studiato a Milano e a Torino e oggi sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l'Università di Padova. Si occupa principalmente di pittura del XV e XVI secolo nell'Italia settentrionale.