Margherita: la Regina degli italiani

di Alessandro Claudio Giordano

Spesso sono stati i re a firmare i trattati o a dichiarare le guerre, sono stati loro a guidare o riformare regni. In queste righe ci soffermeremo invece su una Regina atipica per carattere ed identità ma di grande impatto politico e sociale.

Margherita fu importante nella storia dell'Italia unita non soltanto perché fu la prima, e diremmo la più amata, delle sovrane, ma soprattutto perché svolse un ruolo fondamentale ai fini della «nazionalizzazione» della monarchia dei Savoia. In un'epoca liberale, nella quale la politica era elitaria e lontana dal popolo, Margherita ebbe la capacità di capire che, nell'interesse dinastico e per il prestigio della Corona, era necessario avere il consenso delle masse popolari e dei ceti borghesi oltre che degli ambienti colti. Diremmo sedusse il paese ed il mondo intellettuale così restii in quegli anni a farsi circuire dalla Corte Sabauda. Con le sue tante iniziative conquistò il favore del Paese e sedusse molti intellettuali, anche di estrazione repubblicana. Si ritagliò un vero e proprio ruolo politico in un'epoca e in un modo ancora incapaci di accettare anche solo l'idea della emancipazione femminile. Circolava una battuta piuttosto antipatica a Corte su Umberto chiamato “il principe consorte della Regina Margherita”. Battuta si, ma non così lontana dalla realtà. Meglio la presenza di Margherita a Corte era partecipata. Filantropia, incontri letterari sotto cui si celava un’ottima visione d’insieme che la spingevano verso un ruolo d’equilibrio anche politico. La Regina diceva di essere attratta più dalla cultura che dalla politica e di non avere conoscenze sufficienti. Aveva però un forte sentimento dinastico e un forte spirito nazionalistico unito a una vera e propria passione per i militari. La Regina nella politica “mise grazia e prudenza. Detto questo, Margherita “non fu di certo estranea alla politica”, come sarebbe stato invece il caso di Elena, la moglie di Vittorio Emanuele III, ma, al tempo stesso «non giunse neppure a sfidare apertamente l'establishment del suo tempo come fece invece la moglie di Umberto II, Maria José, capace di piani golpisti contro la dittatura fascista dalla fine degli anni Trenta in poi”. Margherita era sposa di Umberto e le malelingue raccontavano fosse un ripiego in un matrimonio combinato con il cugino. Un ripiego?  In parte questa tesi è corretta perché il matrimonio di Umberto sarebbe stato con Matilde d’Asburgo, figlia del duca di Baviera, e si celebrò il 6 giugno 1867 ma ebbe una fine tragica. perché nel castello di Hetzendorf, la duchessina, vestita di un abito di tulle, si era accesa una sigaretta di nascosto: piacere proibitole dal padre. La povera, cercò di nascondere mettendo la mano che reggeva la sigaretta dietro la schiena, il vestito prese fuoco e Matilde morì la sera stessa per le ustioni riportate. Così Margherita si ritrovò come “promessa” del cugino Umberto. Era una donna intelligente, vivace, forte di carattere, con una passione per i castelli, le parate militari, le uniformi e la storia dei Savoia. Ed era anche più colta di quanto si pensi: amava la poesia, i classici, discuteva di Dante, Shakespeare, Hugo. Una donna moderna come dimostra il fatto che fu tra le prime a guidare l'auto. Paradossalmente, come già detto, il suo fu il merito politico di rendere familiare ed accessibili alla gente comune il casato e le vicende della sua quotidianità. Quando nel gennaio 1871 giunse a Roma con consorte ed seguito cerca una riconciliazione forse forzata ma comunque opportuna con il popolo romano. Ordinò infatti di scoprire la carrozza reale e così approcciare i romani tra la sorpresa generale. Un gesto molto importante questo al punto che i Principi giunti al Quirinale dovettero uscire più volte per salutare la folla ammassatasi sotto. Margherita si destreggia bene nel ruolo di Regina ed anfitriona dei salotti di corte. Individua due priorità: riconciliare le due anime di Roma: quella papalina e laica e come detto cambiare lo stile di corte. L’obiettivo fu di attirare attorno a sé l'aristocrazia romana.

 

Così ai ricevimenti vennero sempre invitati tutti: i buoni amici di casa Savoia e i rappresentanti della “nobiltà nera”, ancora legata alla Roma pre Porta Pia che a mezzogiorno era papalina ma la sera, a Corte, si scopriva “sabauda”. La valorizzazione della Corte con ricevimenti, feste e balli era un passaggio obbligato. Un investimento politico di immagine che avrebbe dovuto portare la Corte sabauda a competere con le altre Corti europee. Anche nella scelta delle dame di Margherita nell’organizzazione dei salotti operò una grande rivoluzione. Cercò i requisiti araldici, ma premio chi tra le dame di corte erano le più colte. Prima erano solo piemontesi, poi, rappresentavano tutta l'Italia: c'erano tre romane, due napoletane, una siciliana, una lombarda e una sola piemontese. Un cambio importante anche in prospettiva. Margherita era un vero genio delle pubbliche relazioni. Seppe gestire anche le disavventure coniugali, abituali in buona parte delle corti europee. Umberto era innamorato da anni della Duchessa Eugenia Litta, conosciuta quando lui era diciottenne e lei venticinquenne e già molto conosciuta e chiacchierata. Margherita scoperta la liason non si fece trasportare da sentimenti di rivalsa per la causa della dinastia. Lei e Umberto fecero gioco di squadra e la Corona fu salva. Si racconta che Margherita, dopo l’assassinio di Umberto, abbia concesso a Eugenia Litta di restare per quaranta minuti a tu per tu col cadavere del re. Il gesto a corte fu qualificato come persino “troppo nobile”, ma inquadra l’indole emotiva di Margherita fosse cresciuta tra autocontrollo e disciplina. Margherita era donna alla moda e come la cultura anche il bon ton e la cura nel vestire abiti curati in ogni dettaglio ed alla “moda” aiutò la corte sabauda a competere con le grandi corti europee. Passione per abiti sontuosi e gioielli: il vestito di nozze, cucito dalla modista francese Josephine Lebrun, costò 14785 lire, l’equivalente di 49mila euro, e altre 6082 lire costerà il guardaroba per il viaggio all’estero. Per tutta la vita Margherita andrà a caccia delle migliori sarte, proprio per voler reinterpretare e ridefinire  in forma positiva la “sua” corte. Con gli anni e soprattutto dopo l’assassinio del marito, cambiò ruolo.

Divenne una sorte di Regina Madre il cui compito fu di sostenere il ricordo ed il mito del “marito martire”, caduto sotto i colpi dell’anarchia. Politicamente parlando si schierò apertamente con Francesco Crispi, uomo politicamente forte, in più di una occasione anche a favore dell’emergente Mussolini. Però mantenne fermo il ruolo preminente di donna di Stato, cercando di evitare di essere coinvolta in campagne politiche che l’avrebbero danneggiata. Buona parte del suo tempo Margherita lo passò a Bordighera. Una città di cui si innamorò. Vi aveva soggiornato la prima volta in seguito all’attentato subito a Napoli dal marito nel 1878. Prese alloggio nella Villa Bischoffsheim, in seguito chiamata Villa Etelinda che acquistata e ristrutturata divenne poi Villa Margherita. Qui la Regina vi passò tutti gli inverni sino al 1916 e qui morì. Che Margherita, la bella figlia di Elisabetta di Sassonia fosse riuscita a conquistare il cuore degli italiani lo dimostrò ancor bene il trasporto delle sue spoglie da Bordighera a Roma. Il treno impiegò quasi ventiquattro ore per giungere a destinazione e dovette fermarsi novantadue volte per consentire agli abitanti dei paesi attraversati di rendere l'ultimo omaggio alla prima regina d'Italia. Al di là delle critiche che spesso si portano dietro opinioni politiche è importante ricordare come il periodo e la persona abbiano comunque contribuito a cambiare e far acquisire agli italiani un orgoglioso senso di appartenenza proprio in riferimento alla Regina Margherita e forse meno al Re e alla dinastia sabauda.  Il nostro paese è anche questo, manicheo alla necessità così i trascorsi culturali e le opere solidali di cui Margherita fu protagonista vennero presto dimenticate, travolta dagli eventi e dalla storia. Resta memoria di ciò che fece la prima Regina degli italiani.