Jocker quando il pagliaccio fa paura

di Piero Guiuseppe Goletto

Il Joker nemico e nemesi di Batman fa paura ed essendo così inquietante merita attenzione.

Nell’universo di Batman Joker è stato rappresentato prima come un bizzarro criminale, poi come un sadico psicopatico e anche come incarnazione del caos  più distruttivo.

Joker e Batman sono personaggi del tutto speculari: Batman è serio e a volte lugubre, perennemente in nero; il Joker ama scherzare, fin troppo, ha capelli verdi, labbra rosse e abiti sgargianti. Batman è un conservatore e uomo d’ordine; Joker è anarchico e trasgressivo.

C’è però una cosa che Batman e Joker hanno in comune: l’avere sofferto di un trauma. Batman ha perso i genitori da piccolo, assassinati (secondo alcuni) proprio da Joker. Joker è un ex comico fallito, un uomo totalmente solo. Nel nuovo film nessuno è intenzionato ad aiutare Arthur Fleck (colui che diverrà Joker), un uomo depresso, alienato ed affetto da un disturbo neurologico che gli provoca risate incontrollabili.

Arthur Fleck vorrebbe essere un comico, ma il suo show è consunto, è finito. Non ci sono più barzellette da raccontare. Non ha, Arthur, una maschera da indossare in scena.

Ogni persona (lo insegnava Pirandello) indossa una maschera invisibile che ci protegge e permette di soddisfare la nostra necessità di approvazione, più forte se la società conferisce particolare importanza alle apparenze.

Arthur Fleck indossa la machera del Joker, liberando il suo inconscio, e incarna l’archetipo del folle che può dire e fare tutto e non ha regole né freni inibitori neanche verso la violenza. 

Ma Joker è soprattutto il male. In tutte le sue incarnazioni, Joker è profondamente malvagio e questa figura rispecchia le nostre paure più profonde e mette in luce le nostre perdite, siano esse affettive, materiali, o legate alla perdita di identità.  

Una interessantissima tesi di laurea intitolata “The Joker: A Character Study of a Modern Madman” il cui autore è Jay Ewald evidenzia anzitutto che  Joker fa paura perché è un criminale, e in questo sta la minaccia da lui rappresentata per la società; ha un aspetto del tutto anomalo (non solo per il costume e il trucco; ricordiamo che Arthur Fleck è un comico che non fa ridere). Joker è un uomo irreversibilmente vinto.

Tutto ciò che può fare Joker è realizzare insensati atti di violenza per ingenerare caos e paura. D’altro canto, nella costruzione di qualunque storia di avventura, il “cattivo” serve anche a illustrare il “buono” e quindi a caratterizzare l’eroe.

L’aspetto del Joker – si fa notare nella tesi – può essere associato per alcuni aspetti a quello della morte: così come la morte conclude l’esistenza di un essere umano, la follia lo rende un morto vivente. Nelle storie dove è presente il Joker, una parte dell’azione si svolge nel manicomio criminale di Arkham, un luogo la cui funzione è semplicemente di isolarlo.