CoMIX - Quarant'anni fa arrivò Goldrake, e cambiò tutto

E’ il 4 Aprile 1979 quando sulla seconda rete RAI arriva “Atlas Ufo Robot”.

Questa serie animata, che deriva dal fumetto Ufo Robot Grendizer di Go Nagai, venne portata in Italia dal funzionario RAI Nicoletta Artom.  In tutto questo articolo considereremo sinonimi Atlas Ufo Robot e Ufo Robot Grendizer.

Non tutti sanno che la serie animata con Goldrake prese nome “Atlas Ufo Robot” su suggerimento della Casa di doppiaggio. Suonava bene. Lo stesso nome Goldrake pare sia la conversione in italiano di Goldorak, il nome dato dai francesi al robot, traducibile forse in “Drago d’Oro”.Per i pochi che non la conoscono: la storia di Goldrake è quella del principe Duke Fleed (Actarus) che scappa dal suo mondo, distrutto dal perfido imperatore Vega, e riesce a raggiungere la Terra.

Trovato dal Dott. Procton, capo del Centro di Ricerche spaziali, Actarus si integra con la vita terrestre e lavora come agricoltore in una piccola azienda agricola, alle dipendenze del buffo Rigel, padre della bella Venusia e del piccolo Mizar. Rigel, appassionato di avvistamenti di extraterrestri, non è consapevole di averne uno in casa. Inseguito, come detto, dai veghiani, Actarus mette a disposizione della Terra il suo maestoso Ufo robot Goldrake e, in questo, troverà l’aiuto di Alcor e da Maria, sua sorella, ricomparsa dopo diverso tempo.

Actarus, cioè Duke Fleed, ha un animo raffinato, è colto e ragionevole ed è amante della natura e della musica. Ama la libertà che concepisce come responsabilità ed è guidato da saggezza e senso della misura. Grande combattente, non esercita queste sue capacità con compiacimento od orgoglio. Al contrario, lotta per difendere se stesso e la Terra; la guerra gli fa semplicemente schifo.

Goldrake - il suo robot - è costituito da un UFO dotato di appendici aerodinamiche e di razzi di spinta posteriori nel quale viene inserito un androide il cui design deve molto all’estetica samurai e, nello stesso tempo, rispetta un design che consente di realizzarne modelli da parte dell’industria del giocattolo.

Il pilota può guidare Goldrake da due distinte cabine di pilotaggio: il ponte di comando in cima al disco oppure la cabina di controllo nella testa del robot.

A questo proposito: le grida di battaglia di Actarus ogni volta che viene attivata un’arma di Goldrake si spiegano sia con una tecnologia di riconoscimento vocale che ha la funzione di una sorta di sicura sia con il ki, l’urlo dei samurai che  libera l’energia interiore.

Goldrake deve molto, in quanto a design, al primo e secondo Mazinga. Alto 30 metri, pesante 180 tonnellate, con una spaventevole potenza installata, dispone di armi devastanti. Lo Spacer, il velivolo-ufo è lungo 34 metri e pesa 150 tonnellate. Può innestare Goldrake in 12 secondi.Il gruppo formato da Alcor, Maria, Actarus e Venusia è un tipico action team. Il rapporto tra Actarus e Alcor è particolarmente interessante e basato su una profonda amicizia. Alcor riconosce l’attaccamento di Actarus ai valori di pace e uguaglianza; Actarus sa di avere per compagno una persona integra, coraggiosissima e molto intelligente.

Riferito tutto questo, è il caso di risalire per un attimo agli antenati di Goldrake. Esiste un mediometraggio, denominato in Giapponese Uchu Enban Daisenso, il cui protagonista è il giovane Duke Freed (dice niente?) e i vari personaggi presentano analogie con quelli che poi vedremo in Atlas Ufo Robot. In effetti, è proprio partendo da questa serie – viene fatto notare sul forum dedicato a Go Nagai – che “nacque Ufo Robot Grendizer, più curato nella trama e totalmente differente nel mecha, ma nel quale vennero portate molte delle caratteristiche dei personaggi nati con Uchu Enban Daisenso.”

La serie Goldrake non eccelle nell’animazione e nella grafica. Alcuni passaggi si ripetono in ogni episodio perché in effetti hanno una funzione “rituale”. Goldrake eccelle, invece, nei simbolismi. In primo luogo: il Principe di Fleed, instancabile eroe di una guerra atroce, senza pause, difende un pianeta che ha il solo merito di averlo ospitato; è straniero in terra straniera. Questo aspetto, dal nostro punto di vista, potrebbe stimolare riflessioni che “non sono roba per bambini” come il rapporto con lo straniero, la sua possibilità di integrazione, il mito dell’eroe in fuga con la morte nel cuore essendo stata uccisa la sua famiglia e distrutto il suo pianeta natale.

Tuttavia Actarus (così come sua sorella Maria) rappresentano un’idea cosmopolita: andare altrove e integrarvisi. Allo stesso modo non è roba per soli bambini il tema della lotta per la libertà che è alla base della trama di Ufo Robot Grendizer. In fin dei conti Actarus combatte Vega che rappresenta un modello di pura sopraffazione, alla cui base c’è un’idea di Stato militarista e totalitario.

Re Vega – il villain – è imponente e maestoso; freddo, distaccato e sinceramente antipatico, è un tiranno.

Il suo primo ministro Gandal ha un’immagine da Frankenstein e modernizza il personaggio bifronte di Mazinga Z. I nemici femminili preludono a Himika (Jeeg). Alcuni personaggi evocano gli oni, i demoni – orchi del folklore giapponese e le astronavi madri evocano in qualche misura quelle de La Guerra dei Mondi.

Ufo Robot Grendizer è stata la prima serie mecha ad arrivare in Italia ma è il terzo “segmento” della cosiddetta MazinSaga di Go Nagai, i primi essendo Mazinga Z e Il grande Mazinga.

Tra gli errori della traduzione italiana vi è l’aver cambiato il nome di Koji Kabuto (ve lo ricordate? Era il pilota di Mazinga Z) in Alcor. Infatti, Alcor, diventerà il pilota di Goldrake 2 e vivrà, attraverso i suoi 74 episodi, una profonda maturazione.  Goldrake fu oggetto di feroci polemiche, che non rivangheremo. Ci piace però ricordare che Gianni Rodari, che i racconti per bambini li capiva bene, collegò Goldrake al mito greco di Ercole. Vorremmo ricordare la bellissima sigla di testa di Albertelli – Tempera e svelare una curiosità: il ciclo di conferenze della Facoltà di Matematica dell’Università Bicocca si chiama, in modo alquanto spigliato, “Insalate di Matematica” riprendendo in qualche modo questa sigla (“mangia libri di cibernetica / insalate di matematica / e a giocar su Marte va).

Sempre in tema di canzoni Alessio Caraturo riprese, nel 2007, la sigla di chiusura della seconda serie “Goldrake” realizzandone una versione minimalista e alquanto malinconica. Goldrake ha un enorme successo; da quel momento in poi nei fumetti e in TV avremo anche moltissimi cartoni animati giapponesi.Se volete leggere tutta la storia di Goldrake potete attingere al libro di Massimo Nicora C’era una volta Goldrake. La vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana (Società Editrice La Torre).